“Una bugia ripetuta mille volte diventa verità”?

«Gli inglesi seguono il principio secondo cui se menti, menti completamente, e soprattutto resta coerente con la tua menzogna! Così stanno con le loro bufale, anche a rischio di prendere in giro sé stessi».
Oggi riflettevo in classe con i miei alunni su questa illuminante frase di Joseph Goebbels, ministro della Propaganda del Terzo Reich, non proprio un illuminato democratico, da cui molti hanno tirato fuori l’aforisma “semplificativo” «Una bugia ripetuta mille volte diventa la verità». Goebbels non pronunciò mai queste parole, che pure colgono lo “spirito” della sua invettiva contro gli inglesi.

La frase è stata lo spunto per uno dei percorsi dell’esame di terza media di uno dei miei ragazzi che si occupa proprio di menzogna e propaganda e che si basa sull’assunto per cui ognuno, alla fine, crede a quel che sente più vicino, indipendentemente dalla verità o meno di quel che contiene un messaggio.
Tristemente ho pensato allo stato della democrazia in Italia, in Europa, negli USA, nel mondo e allo stato dell’informazione e – si parva licet componere magnis – a quanto questo espediente retorico si stia utilizzando a piene mani nelle campagne elettorali a cui stiamo assistendo (amministrative ed Europee, per non parlare delle future elezioni presidenziali USA).
Un serio fact checking (per i meno anglofili: un puntuale smascheramento delle bufale) delle dichiarazioni dei politici di ogni livello, dai candidati nel paesello ai candidati al Parlamento Europeo e finanche alla presidenza americana, servirebbe davvero? Sarebbe utile? Oppure ognuno rimarrebbe della propria idea anche quando gli si dimostrasse palesemente che si sta affidando a gente inaffidabile?
George Orwell, in quell’ineguagliabile capolavoro che è «1984» in cui – nel 1948!!! – ha anticipato tutte le degenerazioni della democrazia, scriveva che «l’ignoranza è forza» (e non si riferiva a chi non ha studiato ma – etimologicamente – a chi ignora, volutamente o meno, la realtà che lo circonda).

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