A domanda rispondo: la riforma dell’Ordine dei Giornalisti dopo il confronto con il Ministro della Giustizia

Come promesso in un intervento di due giorni fa, fatto in calce all’ultimo mio post sul blog, il presidente dell’Ordine dei Giornalisti, Enzo Iacopino, al termine della seduta del Consiglio nazionale di mercoledì e giovedì scorsi e dopo il confronto con il Ministro della Giustizia, Paola Severino, ha preparato uno schema rapido e riassuntivo dello “stato dell’arte” della riforma in dirittura d’arrivo (almeno così pare).

Lo si trova sul sito dell’Ordine dei Giornalisti, in primo piano, ma la riporto letteralmente qui. Lo schema è esaustivo e potrebbe dare una risposta a tutti i dubbi che nel frattempo si sono accumulati:

 

IL D.P.R. Lo schema di decreto presidenziale non poteva contenere la riforma dell’Ordine (né del nostro né di altri). Questo strumento, scelto con il “salva Italia”, doveva espressamente mantenersi nell’ambito della delega che è stata prevista. Chi aveva attese legate, ad esempio, alle modalità di accesso alla professione, al titolo di studio, alla auspicata riduzione del numero dei membri del Consiglio nazionale, al sistema elettorale e a quanto altro necessario per rendere l’Ordine (occupiamoci di noi) un moderno strumento di migliore garanzia del diritto costituzionale dei cittadini ad essere informati, non aveva valutato i ristretti confini della delega.

LA RIFORMA. C’è la dichiarata disponibilità del ministro Paola Severino a valutare una proposta complessiva che si è impegnata a presentare in tempi brevi in Parlamento. Un gruppo di lavoro del Cnog, appositamente costituito, tenterà di mettere a punto una proposta condivisa e la fornirà al ministro per i passaggi parlamentari necessari.

CHE COSA CAMBIA. Nell’immediato nulla. In prospettiva più o meno vicina, le funzioni disciplinari verranno tolte ai Consigli (regionali e nazionale) e affidati a collegi.

Quelli “territoriali” saranno composti da cinque persone, scelte tra i membri del “consiglio viciniore”, dal presidente dello stesso, seguendo una “gabbia di competenze” già utilizzata per i magistrati. Per intenderci il presidente del Consiglio dell’Odg dell’Umbria sceglierà tra gli altri 8 membri del suo Consiglio i cinque che diventeranno i “giudici”  degli iscritti all’Odg del Lazio. Non sono stati fissati criteri per la scelta, né è chiaro in quale sede avverranno i procedimenti. Cioè saranno ”i giudici” a spostarsi nella regione vicina o a doverlo fare saranno chiamati i colleghi sottoposti a procedimento disciplinare?

Il collegio nazionale sarà composto da 9 membri titolari e tre supplenti:tutti giornalisti. Così come è concepito lo schema di D.P.R. è impossibile per l’Odg formarlo perché le nostre elezioni per il consiglio nazionale avvengono su base regionale e non esistono, quindi, i primi degli esclusi. Il ministro sta cercando una soluzione, valutando anche una proposta dell’Odg, per consentire all’Ordine dei giornalisti di formare il collegio. La strada ipotizzata è di chiarire l’esclusione di questo sistema per quanti non hanno elezioni su base nazionali.

LA FORMAZIONE. C’è (per la verità c’era già anche da prima del 13 agosto 2011, decreto Tremonti) l’obbligo della formazione-aggiornamento. Il Consiglio nazionale dell’Odg ha approvato, in data 21 giugno 2012, un regolamento per la formazione-aggiornamento dei colleghi. Il mancato rispetto di quest’obbligo, in base alle norme, rappresenta una violazione deontologica.

ELENCHI E ALBI. L’Ordine continuerà ad essere diviso in professionisti e pubblicisti. Resterà il registro dei praticanti e verranno mantenuti l’Albo speciale e l’elenco stranieri. A proposito di quest’ultimo c’è una novità. Il giornalista non comunitario, in base ad una norma del 1948 modificata nel 1996, non poteva assumere la direzione responsabile di una testata. Con il DPR, tale divieto decade, essendo la discriminazione incompatibile con l’insieme dei provvedimenti fin qui varati sugli Ordini professionali.

PROFESSIONISTI. Restano tutte le norme fin qui vigenti, compresa la necessità di sottoporsi a colloquio per quanti non sono in possesso di diploma di scuola secondaria superiore, e l’esame di Stato a conclusione del praticantato.

PUBBLICISTI. Non solo quanti sono già iscritti, ma anche quanti hanno avviato il percorso previsto dalla legge e quanti decideranno di avviarlo nel futuro dovranno seguire la disciplina vigente che non viene modificata dal DPR né lo era stata dal decreto Tremonti, poi trasformato, o dal salva Italia.

PRATICANTI. Li chiamano anche “tirocinanti”. Il ministro ha chiarito che la norma prevista nel D.P.R. non si applicherà ai giornalisti che continueranno ad avere il praticantato retribuito con le altre garanzie legate al rapporto di lavoro previsto dal Contratto.

Tutti i praticanti dovranno fare un corso di formazione, nell’arco di sei mesi (sempre inseriti nei 18), secondo modalità che saranno definite. Il ministro ha valutato con molto interesse l’idea dell’Odg di creare una piattaforma on line, con tutte le garanzie che la tecnologia ormai consente e con la prevista verifica finale.

 

28 commenti

  • Gianluca

    Quindi noi che entro agosto non terminiamo il biennio possiamo essere tranquilli ? E continuare nel nostro percorso per avere il tesserino di pubblicista ?

    • Antonello Antonelli

      Da quel che dice il presidente Iacopino, pare proprio di sì, anche se sono dubbioso sulla possibilità di “sospendere” l’applicazione del decreto di Ferragosto e sulla capacità di un dpr di essere “sovraordinato” ad una direttiva europea che, per sua natura, abroga tutte le norme in contrasto. Sottigliezze da giuristi? Vediamo che succederà…

      • Giulia

        Buongiorno Antonello,
        cosa succederà invece a quelli che stanno per terminare il periodo di 2 anni di lavoro all’ interno di un ufficio stampa? Potranno ancora rivendicare il titolo di pubblicisti alla fine dei 2 anni?

        • Antonello Antonelli

          Gentile Giulia,
          non mi risulta che il lavoro in un ufficio stampa (se non collegato, per esempio, alla collaborazione con un qualche periodico registrato in Tribunale) possa essere titolo per essere iscritti all’Ordine dei Giornalisti. Lo fu, per un periodo limitato, all’indomani dell’approvazione della legge 150/2000, ma dopo quella “norma transitoria” è sempre stato escluso che il lavoro di ufficio stampa possa essere svolto (in caso di ente pubblico) da chi giornalista non è e quindi nessuno può accedere all’Ordine facendo solo ufficio stampa.

  • Francesco

    Scusi vorrei porre il mo caso. Con l’intenzione di iscrivermi all’albo dei pubblicisti, 6 mesi fa ho iniziato la pratica presso una testata giornalistica. Praticamente ora sarei fuori, visto che non sono laureato? Grazie anticipatamente per la risposta

  • Alessandro

    Antonello, ho iniziato a scrivere per una testata giornalistica il 2 ottobre 2010. Se la riforma dovesse entrare in vigore entro agosto (e, quindi, prima di terminare i due anni di praticantato), sarò costretto a sostenere un corso di laurea per iscrivermi all’ordine? grazie

    • Antonello Antonelli

      Secondo quanto si va delineando, non dovrebbe preoccuparsi: in qualsiasi caso, ci sarebbe un “periodo ponte” entro il quale completare i prescritti 24 mesi per l’accesso tra i pubblicisti. Stia dunque tranquillo e continui il suo lavoro. Salvo, ovviamente, sorprese, che potrebbero saltare fuori all’ultim’ora (ma non credo sia il caso questo!).

  • Mario

    Scusa Antonello, ma quelli che sono già pubblicisti potranno sfruttare sempre quel periodo ponte di cinque anni per passare nell’elenco professionisti?

    Grazie

    • Antonello Antonelli

      Intendi le “norme transitorie” di cui si parla sin da gennaio? Vediamo quale sarà l’orientamento della “commissione” nominata dal Consiglio nazionale dell’Ordine dei Giornalisti per la formulazione di una proposta di confronto con il Ministero e poi ti saprò dire. Ritengo, comunque, che esse verranno approvate nella seduta di luglio, che ovviamente seguirò tramite il mio blog.

  • Giulia

    Grazie della risposta!

  • sabry

    Buonasera gentile Antonello, vorrei esporle la mia situazione. Ho iniziato la collaborazione con un giornale da settembre 2010, regolarmente retribuita e con ritenute d’acconto in regola versato con il classico modello all’agenzia delle entrate. Pur restando viva in me la paura di poter perdere tutto il lavoro svolto perchè al 13 agosto avrò accumulato 23 mesi di lavoro, mi è capitato di leggere che qualcuno ha versato qualcosa all’inpgi, di cosa si tratta? io non ho versato nulla nello specifico

    • Antonello Antonelli

      Gentile Sabrina,
      allo stato dell’arte, lei non dovrebbe preoccuparsi perché riuscirà comunque ad avvalersi dei “ritardi” dell’attuazione della riforma o comunque del “periodo ponte” che verrà deliberato dal Consiglio nazionale dell’Ordine, quindi a settembre, completati i 24 mesi canonici potrà presentare domanda di iscrizione tra i pubblicisti. Non so a cosa si riferisca quando parla di Inpgi, visto che lei, non essendo ancora iscritta all’Ordine, non ha l’obbligo contributivo verso il nostro ente previdenziale.

  • Bianka

    Buonasera,
    potreste chiarire il mio dubbio per favore?
    Ho iniziato la pratica regolarmente retribuita presso una testata registrata a settembre 2010, quindi i primi articoli firmati sono di settembre 2010.
    Agosto 2012 con almeno un articolo pubblicato sarebbe il 24esimo mese di collaborazione? Posso quindi presentare domanda d’iscrizione all’albo dei pubblicisti ad agosto (entro il 13)?

    Grazie in anticipo

    • No, lei deve attendere il compimento del 24° mese per presentare la domanda, quindi a settembre 2012. Non si preoccupi della scadenza del decreto di Ferragosto, perché i termini pare siano slittati e comunque è in approvazione un “periodo-ponte” per permettere di completare l’iter a chi ha già iniziato il percorso dei 24 mesi, come lei!

  • sabry

    Grazie, la sua gentilezza è impagabile. Spero davvero di riuscire a prendere il tesserino, dopo mesi di lavoro e di costanza perdere tutto sarebbe una sconfitta. Continuerei comunque a scrivere, perchè le passioni non le puoi fermare, se avessi saputo tanto avrei cominciato l’iter con l’Odg molto prima ma ci sono cose a cui prima non pensi, perchè l’unica cosa che desideri fare è scrivere. Di mestiere faccio l’insegnante, ma sono e sarò sempre una giornalista

  • Bianka

    Grazie mille per la risposta. Ieri il presidente dell’Ordine dei Giornalisti della mia regione mi ha rassicurato che posso tranquillamente presentare domanda d’iscrizione a settembre, senza far riferimento a periodi ponte, ma definendo tutta la questione della riforma come “terrorismo psicologico” che stanno facendo sui media… Chissà, io per ora non posso fare altro che affidarmi a quanto riferitomi. Sperando di non trovarmi fuori “a sorpresa”.

  • Francesko

    Signor Antonelli,
    io ho ripreso a scrivere in aprile,dopo vari vicissitudini(avevo completato già nel 2009 la pratica,ma il direttore del mio giornale poco gradì il mio percorso erasmus e non mi riconobbe gli articoli). Lavorando,studiando e scrivendo faccio non pochi sacrifici e vorrei capire se questo periodo ponte sarà valido anche per me,quindi partendo da aprile 2012. Spero vivamente di non arrivare ad un esaurimento nervoro :S

    • Allora… con ordine: tutto è rimasto uguale, anche dopo il 13 agosto, lei potrà continuare a collaborare per raggiungere i 24 mesi necessari per l’iscrizione. Quanto al suo ex direttore, le segnalo che la certificazione che doveva farle era obbligatoria, avrebbe potuto segnalarlo al suo Consiglio regionale dell’Ordine che avrebbe provveduto a sanzionare lui e a riconoscerle ciò che le era dovuto.

  • Antonia Battista

    Carissimo Antonello,
    prima di tutto GRAZIE perché lei è l’unico che fa un po’ di chiarezza in questo totale caos!
    Chi ha iniziato a scrivere per una testata a Marzo del 2012 può diventare ( passati i 24 mesi) pubblicista senza dover fare corso ed esame?
    Grazie ancora!

    • Ma certo… tutto è rimasto così com’era… purtroppo (e, comunque, grazie alla “norma ponte” che era pronta per essere approvata dal Consiglio nazionale, anche se la riforma fosse stata più incisiva avrebbe potuto accedere al solito percorso dei 24 mesi).

  • Elena

    Gentile sig. Antonello,
    Ho iniziato a collaborare con due testate a giugno 2010 con ritenute regolarmente versate e un numero complessivo di articoli addirittura maggiore a quanto richiesto dal mio ordine regionale. Sarei dunque pronta per inoltrare la domanda ma mi sorge un dubbio. Nei primi cinque mesi di collaborazione non ho scritto articoli in quanto mi sono occupata di altre mansioni in redazione quindi sarei “scoperta” in quel lasso di tempo pur regolarmente retribuita. Ripeto, ad oggi ho accumulato tantissimi articoli ma mi chiedo se potrei comunque inoltrare la domanda nonostante questo particolare. O dovrei far partire tutto dal mio primo articolo scritto? Solo che in questo caso rischio di presentare la domanda a dicembre con tutta la problematica vigente. Ringrazio anticatamente. Saluti

    • Il periodo di due anni decorre dalla data riportata nella dichiarazione del suo direttore responsabile: poiché lei ha avuto regolari pagamenti da giugno 2010, basta che il suo direttore indichi tale data come inizio della sua collaborazione.

  • Elena caroselli

    La ringrazio per la sua risposta, purtroppo chiamando all’ordine della mia regione mi e’ stato comunicato che i due anni decorrono dal primo articolo scritto. Ho anche mandato una mail all’ordine nazionale secondo il quale tutto dipende dall’ordine regionale. Sono piuttosto demoralizzata nell’aver comunque lavorato per due redazioni da due anni per poi ritrovarmi ad aspettare (con alti rischi) altri 5 mesi per consegnare la domanda!

  • Giacomo

    Gentile Antonello, grazie per il prezioso contributo a favore di tutti coloro che sono in confusione in questo periodo. Io sono diventato da poco pubblicista. Con questa riforma per noi che siamo già pubblicisti cosa cambierà? Leggevo nei post precedenti, un commento che mi ha lasciato perplesso: i pubblicisti entro un certo periodo dovranno diventare tutti professionisti o si manterrà la separazione a lungo?

    Sentivo anche da qualcuno che diceva che volevano fare una distinzione tra i pubblicisti che vengono retribuiti e quindi svolgono regolarmente la professione e quelli che lo fanno per hobby … è vero?

    Grazie mille.

  • Alberto

    Salve.

    Nel settembre 2011 ho iniziato a scrivere per un quotidiano locale. Ora, dopo un anno, mi sono visto pubblicare oltre 150 articoli. Tuttavia, recentemente sono stato avvisato che non posso più continuare a scrivere con questo ritmo in quanto ho un contratto da prestazione occasionale. Mi è stato detto che dovrei passare a co.co.co, ma ciò è possibile solo in caso di entrata nell’ordine dei pubblicisti.
    Pertanto, ora come ora, sarei costretto a scrivere una manciata di articoli da qui al settembre 2013, per poi iscrivermi all’ordine e tornare a scrivere con maggior frequenze come fatto finora.
    Non sono l’unico in questa situazione, molti collaboratori sono occasionali solo in teoria, ma nella pratica scrivono parecchio come me.
    Che sarà di noi? Ci sarà qualche deroga?
    Grazie.

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