Un aspetto mica tanto marginale della riforma delle professioni: l’assicurazione. Tocca anche ai giornalisti?

Nella infinita querelle sul destino dei pubblicisti e sulle nuove norme proposte dal Consiglio nazionale dell’Ordine dei Giornalisti, l’attenzione dei colleghi è stata finora concentrata sugli aspetti “interni” conseguenti ai decreti di Ferragosto e “Salva Italia”. Tuttavia, c’è un aspetto, ormai vigente, della riforma delle professioni (e che quindi interessa anche i giornalisti), che entrerà in vigore nell’ormai famigerato 13 agosto 2012: l’obbligo per i professionisti di stipulare una polizza assicurativa che copra i rischi legati all’esercizio della professione. 

Ad una lettura pedissequa del testo legislativo (lettera e, comma 5, articolo 3), pare che non ci sia scampo:

 

e) a tutela del cliente, il professionista è tenuto a  stipulare idonea  assicurazione   per   i   rischi derivanti   dall’esercizio dell’attività professionale. Il professionista deve rendere noti  al cliente, al momento dell’assunzione dell’incarico, gli estremi  della polizza stipulata per la responsabilità professionale e il  relativo massimale. Le condizioni generali delle polizze assicurative  di  cui al presente comma possono essere  negoziate,  in  convenzione  con  i propri iscritti, dai Consigli Nazionali e  dagli  enti  previdenziali dei professionisti;

 

Quindi anche i giornalisti dovranno stipularla?

La risposta è rapida: se non intervengono novità nel confronto con il Governo (lo stesso confronto che dovrebbe portare all’approvazione delle proposte fatte dall’Ordine in merito alla riforma dell’accesso alla professione), sì.

Tuttavia, come ho già scritto qualche giorno fa, il Consiglio nazionale dell’Ordine dei Giornalisti ha dedicato due righe a questo problema nelle linee guida per la riforma della professione:

 

ASSICURAZIONE  L’assicurazione obbligatoria, per i rischi derivanti dall’esercizio dell’attività professionale, non è conforme alla specificità della professione giornalistica.

 

A chiarire l’azione che l’Ordine intende perseguire con il ministro della Giustizia, Paola Severino, è stata la collega Antonella Cardone, componente del Consiglio nazionale, con un post su Facebook:

 

L’assicurazione professionale è una previsione della direttiva Bolkestein che impone in Europa ai professionisti, e i Governi devono adeguare le loro leggi. Finalmente il Governo Monti l’ha recepita del decreto di Natale (in realtà lo ha fatto il Governo Berlusconi nel decreto di Ferragosto, ecco il perché della scadenza il 13 agosto, ndr) , che entra in vigore il prossimo 13 agosto. Quindi la legge dice che dal 13 agosto noi iscritti all’Ordine dobbiamo dotarci di questa assicurazione sui rischi professionali.
È partita però l’azione di pressione affinchè questa prescrizione venga rimossa (assieme ad altre introdotte), portata avanti dall’Ordine Nazionale dei Giornalisti che ha redatto una proposta di riforma. La proposta sarà portata al ministro Severino (che si è mostrata ben disposta sul tema) al tavolo di confronto che ci è stato concesso come giornalisti.
L’Ordine chiede che l’obbligo di assicurazione NON valga per noi giornalisti, argomentando che:
a) il reato più frequente in cui incappa il giornalista è la diffamazione, reato colposo, e NESSUNA ASSICURAZIONE – l’odg come il sindacato a ogni livello ha chiesto preventivi negli anni ma la risposta è stata sempre la stessa – copre i danni da reati colposi
b) le assicurazioni potrebbero coprire i reati dolosi (gli altri, rari, reati in cui si può incappare facendo la professione, esempi però non me ne vengono, ma magari esistono, chissà…) ad un costo stimato – visto che le querele che ci fanno arrivano anche a milioni di euro) di almeno 1500 euro l’anno, come minimo. E, sostiene l’Ordine, imporre un costo del genere a una categoria che guadagna, per metà dei suoi iscritti, meno di 10 mila euro l’anno, è insostenibile.

 

Parole chiare su quella che è e sarà la posizione dell’Ordine: tuttavia – giova ricordarlo – deve essere il Ministero a esentarci da questa prescrizione di legge, altrimenti dal 13 agosto ci toccherà sborsare anche i soldi per una assicurazione, per lo più inutile.

Occorrerà certamente vigilare sul confronto con il Ministero della Giustizia e, all’occorrente, essere pronti a protestare la sostanziale inutilità di questa prescrizione, che è tra l’altro insostenibile.

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