Equo compenso: fumata nera dalla commissione “ufficiale” mentre quella “ombra” lavora incessantemente

Nulla di fatto: anche la prima riunione della commissione dell’equo compenso convocata dal nuovo sottosegretario Giovanni Legnini è stata inutile. La causa? Manco a dirlo: gli editori, che si sono presentati stavolta con due rappresentanti. Ok, è un passo in avanti rispetto all’ultima riunione pre-elezioni, quando si presentarono in nove, ma è pur sempre una sfida evidente alla legge e all’autorevole parere del servizio legislativo della Presidenza del Consiglio dei Ministri, che ha chiarito senza ombra di dubbi che a tutti i componenti della commissione tocca un solo commissario.

La riunione l’ha raccontata sinteticamente Enzo Iacopino in un post su Facebook:

 

EQUO COMPENSO, CINGUETTII E MORATORIE. La prima riunione vera della commissione? La prossima, il 24 giugno ore 17. “Basta traccheggiare”: parole del sottosegretario Giovanni Legnini agli editori che hanno prodotto due designazioni anziché una. Domani delibereranno che il rappresentante valido è il direttore della FIEG. Legnini propone di tentare un’intesa tra giornalisti ed editori che poi la commissione, facendo audizioni (i Coordinamenti dei precari si preparino: lo avevo già chiesto e lo formalizzerò domattina) eventualmente ratificherà. Sento fastidiosi cinguettii in sala. Intervengo dicendo che subordino il mio consenso alla revoca da parte degli editori di tutte le misure penalizzanti di questi ultimi mesi. Ad esempio, chiedere di scrivere un abstract per l’on line senza compenso aggiuntivo rispetto a quello dell’articolo. Cito casi specifici. La FIEG risponde che non sono richieste illegali e che non hanno potere per imporlo ai loro associati. Il sottosegretario ci pensa e chiede “una moratoria”, convenendo che quelle sono richieste che non si possono rifiutare, pena esser lasciati a casa. Che cosa debbo fare? Andare al confronto mentre gli editori continuano a tagliare o rifiutarsi di partecipare e chiedere che tutto avvenga pubblicamente, davanti alla commissione? Magari in streaming (non prendeteci gusto, non concederanno mai la diretta: dovrebbero smetterla con i cinguettii).

 

Per nulla sorpreso delle manovre degli editori, sono contento dell’atteggiamento fermo del sottosegretario Legnini, così come della concretezza di Iacopino, che del resto è ben nota.

Intanto, la commissione “ombra” prosegue il suo lavoro e a breve dovrebbe essere completato il “primo giro” di interventi che costituirà la “prima seduta” virtuale della stessa: come sempre tutti i risultati saranno pubblici e commentabili, poiché saranno resi noti attraverso la pagina Facebook “Equo compenso – La pagina della commissione ombra” e ovviamente anche sul mio blog.

Certamente, anche la prevedibilissima riunione inutile della commissione “ufficiale” di ieri sarà oggetto della riflessione della commissione “ombra”: l’incapacità conclamata di risolvere nei termini prescritti dalla legge stessa un lavoro che certamente non è facile, ma che neppure è impossibile, è già di per sé un indicatore sufficiente a segnalare quanto sia delicato l’argomento di cui si discute e quanti interessi potrebbero crollare dopo la definizione del parametro di riferimento dell’equo compenso. Come ha giustamente sottolineato il sottosegretario Legnini due giorni fa nell’intervista pubblicata sul sito dell’Istituto di Formazione al Giornalismo di Urbino, alla fin fine tutte le testate, anche quelle che non percepiscono il contributo pubblico, sarebbero di fatto obbligate a rispettare il principio dell’equo compenso.

Vedremo come si svilupperà la situazione. Intanto la commissione “ufficiale” tornerà a riunirsi il 24 giugno alle 17.00. Sperando che almeno questa volta i lavori inizino!

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