La Commissione Lavoro del Senato “lavora” 55 minuti e non riesce neppure ad iniziare la discussione sull’equo compenso

Cinquantacinque minuti, dalle 15.35 alle 16.30 di mercoledì 13 giugno: tanto è durata la riunione dell’XI Commissione permanente del Senato, nella quale è bloccato il disegno di legge sull’equo compenso giornalistico. Un tempo che non è stato sufficiente neppure a terminare l’indagine conoscitiva sui danni del terremoto in Emilia, prevista come primo punto all’ordine del giorno della seduta, come si legge nel resoconto sommario pubblicato sul sito del Senato.

La seduta, la n. 328, aveva anche all’ordine del giorno il seguito dell’esame del disegno di legge in materia di prestazioni di attività lavorativa da parte del detenuto in favore di organizzazioni non lucrative di utilità sociale, in sede consultiva; l’inizio dell’esame del decreto legge sulla sicurezza nei luoghi di lavoro nel settore dei trasporti e delle microimprese, in sede referente; e finalmente il seguito dell’esame del disegno di legge sull’equo compenso, in sede deliberante.

Si poteva pensare che una tale mole di lavoro potesse essere sbrigata con un’oretta? Certo che no, visto che “incombeva” l’inizio dei lavori in aula, come è specificato al termine del resoconto sommario.

E allora perché il presidente della Commissione, Pasquale Giuliano, si era spinto addirittura a rassicurare sulla trattazione del delicato disegno di legge, che tutti aspettiamo?

A questo punto che succede?

Semplice: l’esame del disegno di legge slitta a martedì e mercoledì prossimi.

Uno si dice: allora l’ordine del giorno prevederà solo gli argomenti non trattati finora così da esaurire il lavoro pregresso in attesa di quello nuovo!

Macché: l’ordine del giorno della XI Commissione per la prossima settimana, reperibile direttamente dal sito del Senato, è un monstre di ben sei punti e l’equo compenso è sempre messo in fondo. Gli orari delle commissioni non mutano: alle 15.00 martedì 19 giugno e alle 15.30 mercoledì 20 giugno. Io, che sono stato cinque anni assistente parlamentare in Senato, so bene che questo significa contrarre l’attività della Commissione a circa 30 minuti il martedì e a circa 60 il mercoledì, a causa degli impegni in aula.

In poche parole, nemmeno per la prossima settimana sarà esaminato il disegno di legge, che continua a rimanere nelle secche del Senato, bloccato probabilmente da troppi veti.

All’esterno, intanto, continua la mobilitazione, che va seguita e sostenuta con pazienza e tenacia: un anno fa non ci si accorgeva quasi dei freelance e dei precari del giornalismo, ora invece siamo al centro dell’attenzione, grazie al fatto che abbiamo iniziato ad alzare la voce. Pare che sia l’unico modo in Italia per farsi sentire.

Allora… continuiamo ad alzare la voce!

Un commento

  • Sai che ti dico in tutta franchezza? Siccome è comunque troppo tardi per salvare la categoria dall’eclissi, non ne farei una questione di tempo, ma di principio. Insomma che la approvino, poi una settimana prima o dopo, ammettiamolo, non fa differenza.

Rispondi a stefano tesi Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *