Equo compenso fermo in Senato: è uno stop (quasi) definitivo? Intanto non lasciamo cadere l’attenzione!

È trascorso poco più di un mese da quando il sottosegretario al Welfare, Michael Martone, annunciò l’intenzione del Governo di proporre emendamenti al testo del ddl sull’equo compenso giornalistico: in quasi 35 giorni non si è visto uno straccio di proposta e su una legge che alla Camera dei Deputati aveva trovato l’unanimità dei consensi ed una corsia preferenziale (poi concessa anche al Senato) è sceso il silenzio.

Questo è ciò che bisogna evitare. In qualsiasi modo. Occorre fare pressing e non far spegnere i riflettori su una fondamentale norma che fa da corollario (dotato tra l’altro di un forte vigore) alla Carta di Firenze, entrata in vigore l’1 gennaio scorso.

Anche la Fnsi ha capito la necessità di supportare con più forza questa battaglia ed ha lanciato il suo grido d’allarme, attraverso la Commissione nazionale Lavoro Autonomo che ha riconosciuto anche il ruolo importante dei coordinamenti regionali dei precari e freelance.

Questo l’appello, rivolto a tutte le forze politiche:

 

“La proposta di legge relativa all’equo compenso per i giornalisti che lavorano come “autonomi” dopo un avvio positivo è oggi bloccata. E’ un fatto grave che rischia di togliere speranza ai tanti giornalisti che non hanno un rapporto di lavoro dipendente e che operano in un mercato privo di regole. Anzi, dove la regola sembra essere una sola: il massimo della precarizzazione e dove la concorrenza sleale tra editori basata sulla pratica dei trattamenti economici al ribasso la fa da padrona.
La Commissione nazionale lavoro autonomo della Fnsi fa appello alle forze politiche ed ai singoli parlamentari, tra i quali non sono pochi quelli iscritti all’Ordine dei giornalisti, affinché la normativa sia sbloccata e si proceda rapidamente all’approvazione di norme di legge che tendono a dare un minimo di regole ad un mercato selvaggio.L’attività giornalistica è elemento essenziale della democrazia. Lasciarla in balìa di una totale precarizzazione significa colpirne la qualità che ha bisogno di dignità professionale, oggi palesemente conculcata.In alcune regioni italiane, le Associazioni regionali di stampa, gli Ordini, i Coordinamenti dei precari hanno sviluppato iniziative verso le forze politiche ed i Consigli regionali affinché si formulino proposte di legge in sede locale o comunque provvedimenti di sostegno all’attività giornalistica autonoma.La Commissione nazionale lavoro autonomo ritiene questa azione estremamente positiva ed intende collaborare con i Sindacati regionali affinché tali iniziative possano diffondersi su tutto il territorio nazionale”.

 

Intanto, i giornalisti freelance riuniti nell’omonimo gruppo Facebook hanno voluto tenere desto l’interesse con un breve ma intenso filmato, che sarebbe bene diffondere su blog e bacheche, affinché la battaglia sull’equo compenso non si fermi.

 

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