Equo compenso: i precari alzano la voce

Troppo forte la disillusione seguita all’emersione delle manovre dilatorie che si stanno tentando in Commissione al Senato per rallentare l’approvazione in via definitiva del disegno di legge sull’equo compenso giornalistico: così, dopo un giro di consultazioni e di mail, che freneticamente hanno unito tutti i punti d’Italia, i precari dell’informazione, su impulso della rete dei coordinamenti regionali “SottoPRESSione”, ha preso una posizione dura e precisa, appellandosi a tutti coloro che hanno un ruolo in materia affinché non sia rallentato o addirittura fermato il lavoro così duramente svolto per arrivare all’approvazione di una legge che fa da naturale pendant alla Carta di Firenze. 

Così, grazie ad un profondo lavoro di consultazione, di scrittura e riscrittura sulla base del testo proposto da me, si è arrivati alla condivisione di un appello forte:

 

Equo compenso: noi giornalisti precari diciamo no ai tentativi di dilazionare i tempi di approvazione del disegno di legge

 

Noi giornalisti e coordinamenti regionali dei precari riteniamo inutili e dannosi i tentativi di allungare i tempi di approvazione del disegno di legge sull’equo compenso giornalistico che, insieme alla Carta di Firenze, approvata recentemente, rappresenta una conquista di dignità e di civiltà per migliaia di colleghi che a causa di compensi indegni a fronte di un lavoro attento e scrupoloso ma non sempre agevole, non riescono ad avere né uno stipendio dignitoso né certezze previdenziali.

In virtù del lavoro svolto in questi mesi dai coordinamenti dei precari e dai colleghi vicini alla battaglia contro lo sfruttamento del lavoro precario nelle redazioni italiane, che hanno portato a due risultati storici nell’ambito deontologico e normativo, auspichiamo che ci sia un ripensamento da parte dei membri del Governo e della Commissione Lavoro e che il ddl sull’equo compenso possa essere rapidamente approvato con il testo uscito dalla Camera dei Deputati.

La legge sull’equo compenso giornalistico rappresenta infatti una fondamentale conquista per i precari, i freelance e gli autonomi che ormai contano la stragrande maggioranza dei colleghi che assicurano quotidianamente l’informazione in Italia attraverso quotidiani, agenzie di stampa e radio-tv: aver ottenuto, dopo un ampio confronto ed un dibattito che ha portato ad una posizione unitaria e bipartisan, un testo equilibrato che garantisce una stretta correlazione tra i finanziamenti pubblici all’editoria e la giusta retribuzione per i giornalisti che assicurano ogni giorno l’uscita di migliaia di prodotti editoriali.

Dopo l’accordo trovato alla Camera dei Deputati, anche il presidente del Senato, Renato Schifani, riconoscendo l’importanza dell’approvazione del disegno di legge sull’equo compenso giornalistico, ha concesso al testo una corsia preferenziale, assegnandolo alla Commissione Lavoro in sede deliberante. Da alcuni giorni a questa parte però quello che sembrava un percorso rapido ed agevole, ma soprattutto unanimemente accolto e apprezzato, ha iniziato a sollevare i primi dubbi, a partire dal sottosegretario al Welfare Michael Martone, che ha auspicato la possibilità di effettuare maggiori approfondimenti sulla realtà nella quale il provvedimento di legge avrebbe inciso. Il presidente della Commissione Lavoro del Senato, Pasquale Giuliano, ha anche proposto l’ingresso nella commissione di valutazione che verrebbe istituita con la legge di un rappresentante degli editori, dopo che lo stesso presidente della Fieg, in prima lettura, aveva declinato questa possibilità.

Di fronte a questi atti che non esitiamo a definire dilatori, noi giornalisti e coordinamenti dei precari ricordiamo che il disegno di legge sull’equo compenso va considerato comunque uno strumento tampone, volto a proteggere lavoratori inopinatamente non regolarizzati, malgrado una subordinazione di fatto e che l’articolo 36 della Costituzione prescrive senza mezzi termini che “il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa”.

 

SottoPRESSione
Rete dei Coordinamenti Regionali dei precari dell’informazione

Aderiscono i seguenti coordinamenti regionali:
Cinqueuronetti (Abruzzo)
Coordinamento giornalisti precari della Campania
Free C.C.P. (Emilia Romagna)
Coordinamento Giornalisti precari e freelance del Friuli Venezia Giulia
Errori di stampa (Roma)
Giornalisti precari fiorentini e toscani
Re:fusi (Veneto)
Aderiscono altresì
Commissione Lavoro Autonomo Assostampa Lombardia
Commissione Regionale Lavoro Autonomo del LazioCoordinamento Lavoro Autonomo Atipico e Precario dell’Associazione Stampa RomanaGruppo Riformagiornalisti.it di Associazione Stampa RomanaGruppo Facebook “Giornalisti Freelance”
Gruppo “4euroalpezzo”
Youth Press Italia

e, singolarmente, aderiscono anche:
Paola Vescovi, membro della Giunta Esecutiva FNSI
Dario Fidora, coordinatore Commissione lavoro autonomo Assostampa Sicilia
Maria Giovanna Faiella, Giornalista freelance, Commissione Nazionale Contratto Fieg-Fnsi
Martina Zambon, Consigliera Ordine dei Giornalisti del Veneto (delega al lavoro autonomo)
Alessandra Sgarbossa, Consigliera Ordine dei Giornalisti del Veneto
Giovanni Ruotolo, membro Commissione Naz. Lavoro Autonomo FNSI e Direttivo Assostampa Subalpina (Piemonte)

Per aderire all’appello e informazioni: giornalistisottopressione@gmail.com – http://giornalistisottopressione.wordpress.com/

 

 

 

Un comunicato che, al di là del merito della questione, dimostra come il lavoro coordinato di tutti i precari italiani del giornalismo sia ormai una realtà, con la quale ci si dovrà confrontare.

E sono orgoglioso di poter essere tra di loro uno dei cofondatori di questa splendida realtà!

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