“Le parole sono importanti”… anche da analizzare!

Arrivo con diversi mesi di ritardo sia dalla sua piacevole lettura, sia dalla promessa di scriverne una recensione che renda ragione della sua utilità e della sua scorrevolezza, ma la notizia che il libro dell’amico e collega Gianluca Giansante, dal titolo “Le parole sono importanti” (edito da Carocci ad inizio anno), sarà presentato il 20 ottobre alla Camera dei Deputati mi dà l’occasione per finalmente proporne la lettura principalmente ai giornalisti, ma anche a chi vuole capire qualcosa in più delle dinamiche della comunicazione politica, che spesso appaiono molto differenti da una superficiale analisi alla quale troppe volte ci si ferma.

Gianluca, che prima di trasferirsi a Roma è stato valido collega nella redazione teatina de “Il Tempo” ed ora collabora con l’Istituto Treccani come ricercatore, oltre che essere valido compagno di scorribande gastronomiche quando passo per la Capitale, ha voluto tracciare un quadro particolarmente convincente di una “teoria della comunicazione politica” decisamente controcorrente, ma suffragato da numerosi esempi ed analisi di casi concreti, alcune delle quali si sono poi rivelate azzeccatissime (una su tutte, la previsione – il libro è di inizio 2011, ripeto – che Fli, il partito di Gianfranco Fini allora neonato, non avrebbe avuto un appeal gratificante sugli elettori, cosa che io non ritenevo possibile). 

La caratteristica più apprezzabile del testo è la sua analisi “sul campo” di interventi televisivi, manifesti elettorali e dichiarazioni ai media con l’intento di mostrare esempi di messaggi politici efficaci e, al contrario, casi di comunicazione poco adatti a costruire consenso fra i cittadini, riuscendo, in maniera convincente, a sfatare alcuni luoghi comuni, come l’idea che il linguaggio della Lega Nord sia rozzo e spontaneo o che le barzellette di Silvio Berlusconi siano unicamente l’espressione del carattere giulivo del Cavaliere. O, infine – il pregiudizio più radicato di tutti, diffuso soprattutto nel centrosinistra – l’idea che per convincere le persone sia sufficiente dire “le cose come stanno”. Niente di più sbagliato.

Il libro, che analizza la comunicazione “vincente” e “perdente” nell’agone politico, può essere utilizzato con profitto anche in altri contesti, aziendali, familiari, amicali da chiunque voglia migliorare, attraverso il linguaggio e le parole, la qualità della propria relazione con gli altri.

Un’osservazione ed un consiglio per chi leggerà il libro (che è anche un appunto che ho riferito oralmente a Gianluca): non partite subito dai capitoli 1 e 2, che contengono la “teoria” della comunicazione così come intesa dall’autore; saltateli ed andate subito ai “casi pratici”, dal capitolo 3 in poi… così i primi due capitoli risulteranno molto molto più comprensibili e “digeribili”.


 

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