Basta con i ladri di sogni!

Ho avuto tre giorni di black-out causa superlavoro e diversi articoli che sono pronti per essere pubblicati, ma or ora è giunta alla mia casella di posta elettronica un appello che merita di avere la precedenza e che deve essere diffuso al massimo, tra tutti i colleghi giornalisti, specie i precari non contrattualizzati.

Viene direttamente dal presidente nazionale dell’Ordine dei Giornalisti, Enzo Iacopino, collega che ho avuto modo di conoscere personalmente e comunque ho apprezzato per la vicinanza che ha sempre saputo creare con tutti e per la capacità di sdrammatizzare un momento così carico di tensioni come l’esame da professionista, dando consigli utili e facendoci fare qualche risata ristoratrice.

BASTA CON I LADRI DI SOGNI

Cari colleghi,

ho bisogno di aiuto.

Sono stanco, stufo di ascoltare menzogne, alibi o di registrare silenzi. Quando non si debbono subire discorsi estenuanti tendenti ad accreditare che “il problema è un altro”.

Capita perfino di ascoltare affermazioni surreali. Ve ne racconto una, fatta dall’ing. Carlo De Benedetti in occasione del congresso della Fnsi e Bergamo.

Perché mai i giornalisti, domandava questo “benefattore”, chiedono del danaro quando in aggiunta alla loro prestazione contrattuale sollecitiamo contributi per l’on-line? Già, perché visto che dovrebbero sentirsi gratificati dalla maggiore visibilità offerta?

Pensate stia inventando? Collegatevi con il sito della Fnsi e avrete il privilegio di ascoltare l’affermazione testuale.

Sono convinto (non mandatemi al diavolo) che bisognerebbe dare disponibilità a De Benedetti, l’apripista. Ad una condizione, ovviamente.

Questa: tutti gli editori rendano pubbliche tutte le attività nelle quali hanno interessi (banche, grande industria, edilizia e quant’altro), anche con partecipazioni attribuite a società. Queste attività traggono indiscutibili vantaggi dalla loro presenza nel mondo dell’informazione. Ci consentano di controllare i bilanci e condividano con noi gli utili.

Ci state anche voi? Ma voi chi? Quelli che hanno un contratto, cioè percentualmente un numero marginale.

E gli altri? Ecco, gli altri, i più.

HO BISOGNO DI AIUTO

DA TUTTI VOI, CONTRATTUALIZZATI E NON

Voglio sommergere i “ladri di sogni” con lo tsunami della verità.

Mandatemi tutte le informazioni che avete su come si comportano gli editori: grandi, medi e piccoli.

Penso di meritare la vostra fiducia. Credo di averlo dimostrato a quanti (in circa 800) hanno risposto positivamente all’appello lanciato nel maggio 2010.

Assumo l’impegno a tener riservata la fonte (quella che dice la verità, sia chiaro). E’ un impegno da uomo, prima che da collega.

Mandatemi i documenti, le buste paga delle vostre collaborazioni, i vostri contratti. Anche quanti lo hanno fatto nel 2010, mi trasmettano dei Pdf o usino lo strumento che credano più utile.

Nessuno, RIPETO NESSUNO, ne avrà copia.

Li custodirò io, materiale indispensabile per una grande iniziativa che annunceremo in maniera rumorosa per dire

BASTA AI LADRI DI SOGNI

P.S.: detesto le generalizzazioni. So che anche tra gli editori ci sono persone che si comportano in maniera corretta, nonostante le innegabili difficoltà del settore. Resta, inspiegabile, la ragione per la quale accettino che anche la loro immagine venga sporcata da chi si comporta in maniera non corretta. Ed è inaccettabile il silenzio della Fieg davanti alla proposta di mettere a punto un codice deontologico, che preveda anche l’equa retribuzione del lavoro giornalistico, formalmente avanzata durante il congresso della Fnsi.

Enzo Iacopino

Presidente Ordine nazionale dei giornalisti

enzo.iacopino@odg.it

 

2 commenti

  • Lorenzo

    Ci vogliono più regole. E tariffari minimi, su cui non transigere.

    • Antonello Antonelli

      Pienamente d’accordo con te Lorenzo, ma sul tariffario minimo sono scettico: fino a tre anni fa ne esisteva uno, aggiornato di anno in anno dall’Ordine, che lo ha abbandonato perché, di fatto, inapplicato (e fuori mercato). Come facciamo ad imporre tariffe minime? Per legge? Dovremmo essere intransigenti con noi stessi come gli avvocati… ma sappiamo che purtroppo ciò non accade. Siamo la categoria meno solidale in assoluto. Una vergogna per noi stessi. Grazie del tuo contributo, ti chiedo di leggere anche il mio nuovo intervento “La scoperta dell’acqua calda”.

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