Domani si insedia la commissione ministeriale sull’equo compenso: è un buon segno?

Tra concorsi, lavori e influenza ho avuto ben poco tempo per seguire le vicende dell’equo compenso che avevo lasciato una ventina di giorni fa poco prima che scadessero i 30 giorni di tempo fissati dalla legge per la convocazione della commissione ministeriale chiamata a valutare, entro due mesi dall’insediamento, la “quantità” dell’equa retribuzione: ebbene, una data finalmente è stata indicata ed è quella di domani.

Alle 10 i sette commissari (di cui solo tre provengono dal mondo del giornalismo, facendoci nuovamente trovare nella sgradevole situazione di non poter deteminare direttamente le nostre sorti) daranno l’avvio ai lavori previsti dalla legge, in un momento in cui in effetti sono molte le distrazioni della politica: un contentino? In molti lo temono, se qualche giorno fa il presidente dell’Ordine dei Giornalisti, Enzo Iacopino, ha avvertito l’esigenza di segnalare qualcosa di poco chiaro:

 

Una voce, poco fa: siamo sicuri che la commissione riuscirà a insediarsi il 4 marzo? Ho come l’impressione che vogliano giocare con il fuoco.

 

Mai come in questi giorni, in cui tutto il sistema dell’informazione è giocoforza preso dai grandi avvicendamenti che si profilano (al Parlamento, al Governo, sul Soglio Pontificio e poco più in là al Quirinale), il mio impegno e quello di tanti altri colleghi, grazie alla pressione dei quali si è arrivato a questo risultato, sarà quello di lasciare accesi i riflettori sui lavori della commissione, affinché si possano concludere proficuamente nei termini di legge e festeggiare così anche il compimento definitivo dell’iter di un provvedimento per il quale abbiamo tanto lottato.

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