Questa è sempre la “mia casa”, anche se in decadenza!

Una piccola gioia ha caratterizzato il mio pomeriggio, in cui sono stato a Passolanciano per l’incontro diocesano dell’AC di fine anno: grazie a don Leo ed insieme a Massimiliano, sono riuscito a tornare dopo alcuni anni nella mia (anzi nostra) cara casa di Mirastelle dove don Vincenzo ci portava ogni estate nell’intero mese di agosto: venduta dal don per completare la costruzione della chiesa nuova di Miglianico, prima la Curia arcivescovile l’ha adeguata e messa a norma (rovinandola un po’, secondo me…), poi ha provato a gestirla, con poco successo; ora è della Caritas diocesana, che la tiene (almeno per quello che ho potuto vedere io) in abbandono e decadenza.

Quanti ricordi in quel bel prato, in quelle stanze, su quei balconi (tra l’altro quello che si vede a destra della foto, senza ringhiera, ho contribuito io stesso a costruirlo con le mie mani nel 1987!)… Come sempre, il panorama è mozzafiato, i colori

Mammarosa vista dalla finestra del camerone del primo piano

meravigliosi, la pace assicurata… Quasi quindici anni di vita, tutta la mia adolescenza e la mia prima giovinezza, quindici estati meravigliose, in cui agosto diventava il mese in cui 15-20 ragazzi, a volte anche 30, trascorrevano intere settimane in montagna, tra giochi, preghiera, passeggiate (don Vincenzo conosceva e ci ha fatto conoscere tutto il comparto della Majelletta), primi amori e lacrime…

È davvero triste vedere ora la casa di don Vincenzo a Mirastelle immersa in un silenzio quasi irreale, quando mi rimbombano nelle orecchie tante voci e tante urla divertite, ma soprattutto in un degrado (erba alta, reti di sicurezza piegate, umidità

Al di là della palizzata, la Valle del Foro fino al mare... peccato che oggi la cappa di umidità non faceva vedere molto!

che ha rovinato un’intera camera, sporcizia, polvere, manutenzione non curata) che non fa presagire nulla di buono per il futuro della struttura che tanto ha significato per i ragazzi di Miglianico.

Tuttavia, stare un’ora sola nella “mia casa” di Mirastelle mi ha regalato un po’ di tranquillità e pace: il vento sul viso, il verde dappertutto, il blu del cielo interrotto dal bianco delle nuvole che risalivano, il frinire dei grilli e delle cicale… Un bel quadretto bucolico, per qualcuno forse anche “irreale” o “forzato”, ma è davvero così. Come poter recuperare questo meraviglioso paradiso in terra? Solo il superenalotto ci potrebbe salvare. O un progetto di recupero e di rilancio, che don Leo ha già in mente… Speriamo si possa concretizzare!!!

Il prato e il "Calvario", meta di riflessioni e di pensieri, oltre che sfondo delle immancabili foto di gruppo finali

Piccola porzione di Mirastelle

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