Assemblea OdG: un’altra occasione persa (dai colleghi)

+

Ancora una volta, per l’ennesima volta direi, l’assemblea annuale degli iscritti all’Ordine dei Giornalisti d’Abruzzo, tenutasi venerdì scorso a L’Aquila per la prima volta nella nuova sede di via Polidoro, si è risolta in una piccola riunione di non più di venti colleghi, per la maggior parte pensionati, che ha preso atto dei bilanci, approvandoli ed ha comunque provato ad impostare una breve ma sentita discussione sul ruolo e sul futuro della professione, alla luce dei progetti di riforma che giacciono in Parlamento.

 

Venti colleghi presenti su circa duemila giornalisti iscritti in Abruzzo: una percentuale spaventosa, che dà il senso di come questa nostra categoria sia la meno solidale e la meno interessata a sé stessa di tutte. Ed è triste doverlo ammettere. Specialmente per chi, come me, crede fortemente, per formazione ed educazione, nell’associazionismo, nella presenza agli appuntamenti cosiddetti “formali” come valore di testimonianza e di stimolo, nello svecchiamento della professione da riti, liturgie, automatismi.

Quel che mi colpisce di più è l’assenza totale dei giovani colleghi: da cinque anni, quale “giornalista più giovane (!) presente in assemblea”, con entusiasmo sono il segretario della stessa e stendendo il verbale mi rendo conto di quanto siano importanti, al di là dell’approvazione formale dei bilanci, le occasioni di confronto e di scambio di idee ed informazioni tra colleghi. Soprattutto per i più giovani e per coloro che questa professione la fanno da poco. Non pretendo che la mia “vecchiaia di iscrizione” (dal 1995 pubblicista, dal 2006 praticante, dal 2008 professionista) sia garanzia di capacità, anzi, in ogni incontro (sia esso di Ordine o di Sindacato) trovo sempre spunti utili e riflessioni nuove su come portare avanti questo mio meraviglioso ma complicato mestiere.

Ci chiediamo ogni anno come poter favorire la partecipazione dei colleghi, visto che l’Ordine cerca di essere vicino, anche territorialmente, alle varie situazioni locali (basti pensare alle riunioni fatte a Sulmona o a Vasto), ma se non cambia la mentalità della “delega” (tanto ci pensano lorotanto è questione loropoi ci richiamano solo al momento del voto… e piacevolezze del genere) difficilmente gli sforzi che si portano avanti potranno essere coronati dal successo.

Allora, la parola magica è “presenza”: presenza per ascoltare, presenza per contribuire, presenza per contestare, presenza per chiedere conto, presenza anche solo per rivedersi tra colleghi e finalmente parlarsi a quattr’occhi fuori dagli schemi di competizione giornalistica…

Se si contesta al Sindacato la propria latitanza – e si predica la partecipazione come soluzione a questa latitanza – quanto più occorre la partecipazione nell’unico organismo che è costituito per legge e che, piaccia o non piaccia, svolge una funzione essenziale per l’esercizio della professione in Italia! Si vuole abolire l’Ordine? Ok, parliamone (io sono contrario), ma fin quando esiste parliamone al suo interno! Usando un linguaggio comune, ma chiaro e cristallino: “Le cose vanno cambiate da dentro, non criticate da fuori”.

 

P.S. – A proposito di giovani colleghi: è mai possibile che su 2000 caselle di PEC attivate gratuitamente dall’Ordine dei Giornalisti d’Abruzzo per mettere in regola tutti i giornalisti abruzzesi con gli obblighi di legge solo 400 sono state attivate? Poiché ne conosco almeno 100 di questi, e non sono certo giovincelli… gli altri che fanno?

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *