Vedere la guerra Russia-Ucraina con uno sguardo più neutro: il saggio di Abelow fa riflettere

«(…)Se gli Stati Uniti non avessero esteso la NATO fino ai confini con la Russia; se non avessero schierato sistemi di lancio di missili con capacità nucleare in Romania e non li avessero messi in cantiere in Polonia e forse anche in altri Paesi; se non avessero contribuito al rovesciamento del governo ucraino democraticamente eletto nel 2014; se non si fossero ritirati dal trattato ABM e dal trattato sui missili nucleari a raggio intermedio, e non avessero poi ignorato i tentativi russi di negoziare una moratoria bilaterale su tali dispiegamenti; se non avessero condotto esercitazioni a fuoco vivo in Estonia per addestrarsi a colpire obiettivi all’interno della Russia; se non avessero organizzato una vasta esercitazione militare di trentadue nazioni vicino al territorio russo; se non avessero raccordato l’esercito americano con quello ucraino… se, se, se… Se gli Stati Uniti e i loro alleati della NATO non avessero fatto tutte queste cose, la guerra in Ucraina probabilmente non sarebbe scoppiata. Penso sia un’affermazione ragionevole.(…)».
Il saggio di Benjamin Abelow, che non indulge mai ad una difesa dell’aggressione dell’Ucraina da parte di Putin, è denso e documentato e dimostra come si possa ragionare a mente lucida anche in un contesto polarizzato e unidirezionale come quello che si è creato dal febbraio 2022. Quelle ragioni che io ho cercato nella storia dell’evoluzione del concetto di Ucraina e Russia dal X secolo ai giorni nostri, che non giustificano ma fanno comprendere l’attuale situazione sul campo, si dimostrano ancora più evidenti analizzando gli errori strategici dell’Occidente dal 1990 ad oggi.
Donald Trump, che si insedia oggi, ha la possibilità di mettere fine a tutto questo? Forse solo parzialmente perché ormai l’allargamento della NATO è irreversibile, tanto più che anche nazioni storicamente neutrali come Svezia e Finlandia hanno fatto la scelta (frettolosa?) di aderirvi.
Insomma, Putin non è un verginello, ma neppure noi occidentali abbiamo fatto granché per evitare quel “senso di accerchiamento” che storicamente la Russia ha avvertito nei secoli.
Quel che mi spaventa, da cultore di storia, ed è una cosa che ho detto più di una volta quando mi sono trovato a dover esporre la situazione storico-politica dell’Ucraina, è il parallelismo sempre più evidente con gli anni che precedettero lo scoppio della Prima Guerra Mondiale. Con la sola differenza che oggi una guerra scoppia solo se è economicamente vantaggiosa, altrimenti si trovano le strade per evitarla: questo potrebbe essere un asso nella manica per Trump che non indulge troppo alla sottigliezza della politica, ma concretamente pensa all’economia. Vedremo.