A margine della festa del papà

Devo essere onesto: nelle mie proiezioni sul futuro, quando ero bambino, se pensavo ai miei 48 anni, ritenevo per certo di essere già papà, magari da almeno una decina di anni. La vita – che ho condotto secondo i miei desideri e facendo sempre le scelte che coscientemente ho preso, quindi non ho mai avuto niente di così “sfigato” che mi ha portato a questo punto – non mi ha (ancora?) regalato questa gioia, ma non mi sento affatto menomato né tantomeno triste né anelante disperatamente ad una paternità.
Questo per tre motivi:
1) Ho la fortuna di avere ancora il mio grande papà, Donato Antonelli, che con il tempo è diventato sempre più un punto di riferimento, il più delle volte silenzioso, tant’è che ho imparato a capire anche i suoi silenzi (e, di conseguenza, anche a valutare meglio le sue parole). Un rapporto che non è sdolcinato né tantomeno fatto di carinerie o parole dolci (men che meno su Facebook e dintorni). In sostanza, diciamo, un rapporto “tra maschi”… nel senso genuino del termine.
2) Sono rallegrato dall’amore di due splendidi nipoti, Cecilia e Filippo, che mi regalano momenti, sensazioni, sorrisi, gioie quasi pari a quelli di un papà (e di Cecilia sono pure padrino di battesimo, con tutto quello che comporta in termini di responsabilità spirituale). Trascorrere il tempo con loro per me è la naturale “ricarica emotiva” che rende possibile ripartire dopo ogni difficoltà o fatica.
3) Mi sento “papà” (con tutte le conseguenze e responsabilità del caso) di decine e decine di alunni che in questi nove anni ho avuto nelle mie classi, moltissimi dei quali continuo a sentire e seguire nei loro percorsi di vita e sono felice del fatto che l’incontro che abbiamo avuto per uno, due o tre anni si dilati e divenga un confronto tra pari (la gioia è il momento in cui qualcuno, ancora pochi per la verità, riescono a darmi spontaneamente del tu). Oggi, nello specifico, sono papà di 29 alunni 14 in II A e 15 in II B, che, nonostante le normali dinamiche di un rapporto quotidiano, mi fanno sorridere sempre quando entro in classe e mi fanno amare a fondo il mio mestiere.

Non mi spingo a dire che oggi è anche la mia festa, non sarebbe pienamente giusto, ma ringrazio il Signore di non aver creato un solo tipo di paternità, ma di aver allargato le gioie dell’essere padre a più esperienze!

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