Orgoglio e soddisfazione, anche se “Noi Moderati” non ha raggiunto il quorum

Evidentemente le elezioni politiche, pur segnalando la vittoria della coalizione di centrodestra, non hanno segnato quel risultato che la lista Noi Moderati aveva posto come obiettivo. Non abbiamo centrato il 3% che ci avrebbe consentito di eleggere parlamentari nel plurinominale ed è in bilico l’1% per contribuire con i nostri voti al risultato della coalizione; tuttavia abbiamo nell’uninominale almeno 8 eletti, quindi saremo in Parlamento e probabilmente anche nel futuro Governo.
A livello personale, non posso che essere orgoglioso perché il dato di Noi Moderati a Miglianico è il più alto d’Abruzzo (7,79%), una percentuale più alta anche dei Comuni dove sono presenti sindaci dell’UDC o esponenti dei Consigli e delle Giunte comunali riconducibili alle formazioni presenti in Noi Moderati. Lì dove amici e conoscenti mi avevano assicurato sostegno e voti (Vacri, Villamagna, Bucchianico, Ari, Corfinio in particolar modo) la percentuale dei voti di Noi Moderati è superiore alla media sia regionale sia nazionale.
Ero felice di questa mia esperienza già prima dell’apertura delle urne per tutti gli aspetti umani che mi si sono disvelati volta per volta nei 28 giorni di campagna elettorale, sono felice oggi di leggere nei messaggi di incoraggiamento e di complimenti che mi sono arrivati la capacità di “andare oltre” i numeri e di comprendere che essi sono solo un punto di partenza per rappresentare il territorio di cui sono orgogliosamente figlio.
La politica ha sempre rappresentato una delle dimensioni della mia vita, in tutte le forme che essa assume, quindi farà sempre parte di me.
Oggi il centrodestra ha i numeri per governare senza bisogno di sotterfugi e baratti per cinque anni: non ci sono più scuse per avviare il cantiere del programma che anche noi abbiamo sottoscritto. Il giudizio ci sarà tra cinque anni: sono ottimista ma non ingenuamente fiducioso, il futuro Governo deve essere capace di rispondere alle attese con le quali l’Italia ha chiamato Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia e Noi Moderati a determinare la politica e le scelte dei prossimi cinque anni.
Questa è la democrazia, quindi nessuno parli di “deriva autoritaria” o di “pericolo fascista”. Mi hanno insegnato che il popolo, quando vota, ha sempre ragione e tocca alla politica e ai politici capire i segnali che il popolo invia.

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