Quella pizza inconfondibile e la migliore bomba alla crema di tutta la mia vita: con “Filumenucce” se ne va un grande pezzo della mia infanzia

Ci sono persone che sono indissolubilmente legate a dei nitidi ricordi d’infanzia, il cui solo nome ti fanno tornare in mente (e non solo in mente) sensazioni straordinarie ed antiche, amplificate anche dalla dolcezza del fatto che siano legate a quei giorni spensierati e bellissimi: ecco una di queste è, anzi purtroppo era, Filomena Monaco, per tutti i miglianichesi “Filumenucce”, titolare fino a trent’anni fa con il marito di una delle storiche pizzerie al taglio di Miglianico.

In realtà era un vero e proprio bugigattolo, in piena piazza, appena accanto al Comune, pochi metri quadrati dai quali usciva una meraviglia dopo l’altra e nella quale, entrandovi, venivi letteralmente ammaliato da profumi che non ho più risentito. Era, principalmente, il profumo della sua “pizzetta rossa”, una pizza margherita dal sapore inconfondibile, morbida, piena di salsa di pomodoro, con una mozzarella incredibilmente filante, che nelle domeniche sera andava letteralmente a ruba e si facevano anche file di mezz’ora per attendere che venisse sfornata da uno dei due forni sovrapposti che trasudavano storia… La “pizzetta rossa” era la protagonista assoluta di quelle sfornate che solo poche volte veniva alternata a qualche pizza farcita (rossa con i peperoni o con le alici), ma ancor di più raramente – evento che rendeva specialissimi quei momenti – si vedeva uscire dal forno la pizza bianca con la mortadella, una delle specialità più buone mai mangiate in vita mia, tant’è che ancora oggi, in pizzeria, se nel menu è presente questa variante, sono automaticamente portato, come fosse un riflesso condizionato, a sceglierla, ma regolarmente il finale è sempre lo stesso: “Buona sì, ma la pizza alla mortadella di Filomena era tutta un’altra cosa”.

E poi c’era la bomba alla crema. Qui va aperto un discorso a parte. Sono uno di quelli che, essendo andato al liceo a Pescara, ha vissuto per cinque anni nel mito della “Bresciana”, una delle pasticcerie senza dubbio migliori di tutte quelle che ho provato. Tuttavia, in una cosa la cremeria di via Trento non è mai riuscita a soddisfare il mio palato: la bomba alla crema. Quella di Filomena era qualcosa di indicibile, mi è pure difficile raccontarla: crema che non cedeva né all’uovo né al limone, densa, che riempiva l’intero incavo della pasta, che era sì fritta, ma non si sentiva per niente, poi lo zucchero, una vera cascata, buono, sfrugugliante, goloso… Insomma, una leccornia! E quelle rare volte che c’era, usciva anche la versione al cioccolato, che in realtà era una concessione che Filomena faceva ai tempi moderni. La bomba era una, alla crema! Ed era quella di Filomena!

Quando il suo locale chiuse, per il pensionamento di entrambi i gestori, perdemmo un gran pezzo della nostra storia e un gran pezzo delle nostre abitudini, come quella della pizza “volante” di noi chierichetti che alla stazione della processione del venerdì santo in piazza, quando don Vincenzo saliva sul balcone della signora Mosca per la “predica”, ci davamo il cambio nel sorvegliare croci, turiboli, lampade, lanterne per andare, tutti ancora vestiti delle nostre tunichette “d’ordinanza”, a prendere un pezzo di pizza pochi metri più in là, a Filomena, che ce li lasciava sempre e ci lasciava anche saltare la fila perché “so’ lì bardisce che stanne a la Chijse da uje pomerigge” (e infatti il venerdì santo la maggior parte di noi entrava in chiesa alle quattro del pomeriggio per la funzione e tirava di filato fino alla fine della processione, alle dieci di sera circa).

E che dire delle “frizzantine” e delle “mentine”? Erano caramelle che Filomena teneva in barattoli trasparenti poggiate sulle alte mensole ai lati del suo locale: 3 caramelle, 100 lire. Da una parte le caramelle alla menta, tra le più rinfrescanti che abbia mai mangiato, di una marca che non ricordo affatto, ma che quando le mettevi in bocca sembravano riempirti la gola di aroma alla menta, tanto che se bevevi un po’ d’acqua nelle ore successive, ne sentivi forte il sapore ancora; dall’altra il barattolo con le caramelle dalla carta gialla, al limone, e quelli con la carta arancione, all’arancia: caramelle che appena le mettevi in bocca, frizzavano terribilmente, ed emettevano un sapore incredibile. Spesso noi bimbi ci divertivamo a stuzzicare Filomena e il marito, chiedendo quanto costasse una sola caramella, avevamo da poco scoperto i decimali infiniti, e lei ci rispondeva scherzando che si vendevano solo a tre a tre… ma poi ci faceva un pacchetto unico: una mentina, una frizzantina all’arancia e una al limone per 100 lire… e nessuno aveva da ridire!

Oggi Filomena, con le sue 93 primavere e tre quarti, è tornata da quel Signore che tanto amava e che ha testimoniato fino alla fine: è sempre stata al primo banco nelle funzioni e con piacere, quando sono stato incaricato di distribuire la comunione a messa, mi avvicinavo a lei per porgerle l’ostia, per evitare di affaticarla. Mi rimane un cruccio: tante volte, negli ultimi anni, le avevo chiesto di farmi provare un’altra volta, una sola, le bombe che sapevo continuava a sfornare a casa e sempre mi diceva di organizzarmi o con la figlia Loredana o con il nipote Antonio, carissimi amici, ma non l’ho mai fatto. Rimarrà un ricordo di infanzia, di quel bambino che dentro di me non accenna ad andar via.

A-Dio, Filomena, speriamo che in paradiso potrai attrezzare un angolo dove, con tuo marito che hai raggiunto, potrai riaprire quel forno dalle mille delizie che ci hai regalato nella tua lunga ed operosa vita!

 

 

P.S. delle 21.00: Antonio mi ha scritto in privato, segnalandomi che le caramelle alla menta vendute nel locale dei nonni erano le PIP… mentre per le “frizzantine” brancoliamo nel buio, anche lui ricorda solo questa definizione che però non costituiva il nome della marca di caramelle…

2 commenti

  • Cinzia

    Tempi lontani ❤️ e sapori unici ed indimenticabili!
    Antone’ hai detto tutto

  • Maria Romana Rimano

    Hai ragione! Non c’è pizza piu buona di quelle di Filomena. Semplici, croccanti, fumanti! Le bombe alla crema sono solo quelle di Filomena…le altre sono imitazioni, a volte buone, ma sempre imitazioni!

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