“Il Tempo” d’Abruzzo all’ultimo giorno: domani un funerale a cui è doveroso partecipare

Manifesto funebre informazione abruzzese

Siamo arrivati alla fine: oggi è l’ultimo giorno di lavoro per tutti coloro, me compreso, che hanno per anni dedicato la loro vita ad una testata che ha fatto la storia dell’informazione abruzzese. “Il Tempo” domani sarà per l’ultima volta nelle edicole con l’inserto Abruzzo, nato negli anni Cinquanta in parallelo a quello de “Il Messaggero”, e protagonista di tanti racconti e di tante battaglie che hanno accompagnato lo sviluppo del nostro territorio, nato agricolo e pastorale e poi diventato sempre più snodo centrale dell’economia nazionale, per poi tornare, negli ultimi venti anni, in un limbo inspiegabile. In esso, probabilmente, ora sta cadendo anche l’informazione regionale.

L’allarme è stato dato da tempo ma è stato colto con la solita colpevole lentezza da chi dovrebbe cercare di tutelare i giornalisti, ma è ancor più grave il silenzio di tutta la politica regionale di fronte non solo a quello che ormai è inevitabile (la chiusura de “Il Tempo” d’Abruzzo, scientificamente decretata dopo una serie di segnali che solo un cieco poteva non cogliere), ma anche a ciò che è sembra destinato a ripetersi (“Il Messaggero” che riduce la sua presenza sul territorio fino a lasciare in piedi la sola redazione di Pescara, come il mio giornale aveva fatto appena cinque anni fa, approfittando del terremoto).

Domani celebreremo dunque, con tanto sconforto e tanta amarezza, i funerali de “Il Tempo” ed insieme con esso, anche quello dell’informazione abruzzese che sta progressivamente perdendo spazi di libertà: forse concetto altisonante e un po’ retorico, ma mai vero come oggi, in un momento in cui il confronto di idee ed impostazioni diverse è essenziale per permettere ai cittadini di formarsi un giudizio, pur se da tempo i quotidiani hanno perso quella centralità nel dibattito “popolare” (e credo non solo e non tanto per la crisi, ma anche per la perdita di autorevolezza di noi giornalisti ed in questo devo dire che il giornalismo locale ha avuto meno incidenza, visto che universalmente i dorsi regionali erano più apprezzati dei loro corrispettivi nazionali).

10730829_657513387697066_4965893201804396187_n

I funerali li celebreremo davvero, con una mobilitazione innanzitutto dei precari, dei collaboratori, dei freelance di tutta l’informazione abruzzese (grazie all’iniziativa di Cinqueuronetti) che alle 11.00 si troveranno in piazza della Rinascita a Pescara (la nostra “piazza Salotto”) sotto l’attuale sede de “Il Tempo” d’Abruzzo, per testimoniare l’allarme non solo per una informazione che scade di qualità e di libertà, ma anche e soprattutto per decine e decine di operatori dell’informazione che sono senza diritti e senza tutele, prime vittime di un sistema che non si cura affatto del lavoro di coloro che contribuiscono per la maggior parte al confezionamento dei nostri prodotti editoriali. Per iniziativa del presidente dell’Ordine dei Giornalisti d’Abruzzo, Stefano Pallotta, e del segretario regionale del Sindacato Giornalisti Abruzzesi, Franco Farias, domani si darà inizio anche ad una simbolica occupazione della redazione, un ultimo tributo ad un gruppo di colleghi che ha sempre fatto una informazione puntuale ed attenta e che si era ridotto notevolmente negli ultimi anni (rimanevano, l’elenco non è mio ma l’ho mutuato da Facebook, oltre a me: Patrizia Pennella, Fabio Capolla, Franco Avallone, Paola De Angelis, Marco Patricelli, Angela Baglioni, Lorenzo Verrocchio, Stefania Marini, Pierluigi Palladini, Alessia MarconiMarco GiancarliGiorgio Alessandri, Adriano Cantalini, Barbara Delle Monache, Giuseppe FuggettaLuciano AdrianiArianna IannottiPaola CerellaStefano BudaSonia IrimieaDeborah Di Vincenzo, Carmen Sepede, Antonella SalvatorePaolo RenzettiNello Di MarcantonioAlessio Giancristofaro, Luigiaurelio Pomante, Ludovico Raimondi, Francesco Di Francesco, Amerigo Orsini, Antonio Fragassi, Alessandra Farias… ma ci sarebbero da fare altre decine di nomi che nei 22 anni di lavoro a “Il Tempo” ho incontrato e imparato a rispettare e stimare).

Spero di poterci essere, stretto come sono tra una visita ospedaliera e le mie condizioni di salute, ma con il cuore sarò certamente sotto la redazione per salutare il “mio” giornale. Per questo condivido riga per riga il “manifesto” elaborato da Cinqueuronetti, la rete dei precari, freelance e collaboratori dell’informazione abruzzese:

manifesto-web

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *