Equilibri precari: tutti i coordinamenti dei precari del giornalismo italiani insieme a Cinqueuronetti scrivono a Giovanni Legnini

Dopo lo straordinario successo di ieri, con un lungo e proficuo dibattito all’evento di Cinqueuronetti, è ora di mettere ordine nei documenti prodotti dal confronto, il più significativo dei quali è sicuramente la lettera di tutti i coordinamenti dei precari del giornalismo italiani al neosottosegretario all’Editoria, Giovanni Legnini, che si è dimostrato disponibile ed aperto alle nostre istanze nella missiva che ci aveva inviato per scusarsi della sua assenza.

Una bella prova di unità da parte di tutti i coordinamenti dei precari, che hanno seguito tramite il Live Tweet e gli aggiornamenti su Facebook sul sito di Cinqueuronetti. Una battaglia che è comune, dalle Alpi alla Sicilia.

Questo il testo della lettera:

 

Spettabile Sig. Sottosegretario,

ci rivolgiamo a Lei, per augurarLe buon lavoro, nel suo nuovo e non facile incarico. L’editoria è infatti segnata da gravissime crisi (anche se non tutte imputabili alla congiuntura economica, quanto a scelte imprenditoriali errate o a mancanza di nuove progettualità). E nel contempo l’Italia figura al 57° posto nelle graduatorie internazionale sulla libertà di informazione.

Ma ora ci rivolgiamo a Lei per sottolinearLe la gravità della condizione in cui versa la larga maggioranza dei giornalisti freelance e precari. Oggi infatti in Italia più della metà dei giornalisti non ha un contratto di assunzione stabile, e la maggior parte di questi, pur coprendo settori rilevanti dell’informazione quotidiana, riceve compensi irrisori. E si vede costretta a lavorare non solo senza sicurezze e prospettive personali, ma anche in condizioni offensive della propria dignità, sotto il costante ricatto di perdere ogni possibilità di lavoro.

Oggi non è raro per un freelance o collaboratore esterno essere costretto ad accettare retribuzioni anche di 2-5 euro a pezzo, con una media di 10-20 euro (al lordo di spese, tasse e contributi a carico), o prestazioni gratuite per averne altre retribuite, o proposte di lavoro in nero o con contratti palesemente inadeguati od irregolari. Il tutto definito in maniera unilaterale dagli editori, e con retribuzioni spesso corrisposte in ritardo anche di mesi.

La situazione è così grave che secondo le ricerche effettuate sui dati dell’Istituto nazionale di previdenza dei giornalisti italiani (Inpgi) il 75% dei freelance guadagna in media meno di 10.000 euro lordi l’anno, e il 62% meno di 5.000. Questa, signor Sottosegretario, è la situazione che Lei oggi si trova ad affrontare, quale responsabile politico del settore.

Noi oggi ci rivolgiamo quindi a Lei, chiedendoLe di dare attuazione con la massima sollecitudine e determinazione alla legge 233/2012, per l’equo compenso dei giornalisti titolari di rapporti di lavoro non subordinato. La legge è in vigore dal 18 gennaio scorso, e prevedeva che entro 30 giorni si riunisse la Commissione plurilaterale, presieduta dal Sottosegretario all’Editoria, e che questa entro i successivi 60 giorni avrebbe dovuto stabilire l’equo compenso da applicare e rispettare. Questi termini temporali sono però già scaduti, senza che la Commissione si sia nemmeno formalmente insediata, a causa dei tentativi dilatori perpetuati dagli editori. Noi riteniamo che oggi il Governo non possa più assistere passivamente alla perpetuazione dello sfruttamento incontrollato e selvaggio dei giornalisti lavoratori autonomi. Per questo Le chiediamo di convocare immediatamente la Commissione per l’equo compenso e di dare concreta applicazione alla legge 233/2012, che nasce esplicitamente per dare attuazione all’art. 36 della Costituzione anche nei confronti dei giornalisti lavoratori autonomi.

Le chiediamo anche di assumere e fare propri i principi espressi nella Carta di Firenze, strumento di autoregolamentazione deontologica approvato dall’Ordine dei Giornalisti e cofirmato dalla Federazione Nazionale della Stampa. Principi che devono essere anche patrimonio degli editori e parametro irrinunciabile per una informazione democratica e dignitosa.

Confidando nel Suo interessamento a riguardo, con la presente ci dichiariamo anche disponibili ed interessati ad un confronto di merito sul tema, anche in sede di audizione conoscitiva con la Commissione prevista dalla L. 233/2012.

Con i migliori auguri di buon lavoro,

 

i coordinamenti di base dei giornalisti freelance e precari italiani

 

YaBasta! Giornalismo e dignità (Toscana); FreeCCP (Emilia Romagna); Re:Fusi (Veneto);- Errori di Stampa (Lazio); Terzo Stato (Molise); Informazione Precaria (Puglia); Coordinamento giornalisti precari campani; Coordinamento giornalisti precari e freelance del Friuli Venezia Giulia; 5EuroNetti, la rete dei freelance e precari dell’informazione abruzzese; Coordinamento giornalisti precari siciliani; Articolo Zero-Coordinamento giornalisti precari siciliani.

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