“La privacy non c’entra nulla con la sentenza del tribunale di Ortona”: c’è chi, più autorevole di me, lo ribadisce a chiare lettere

Non avevo dubbi che il caso della sentenza del tribunale di Ortona contro il quotidiano on line abruzzese “Prima da Noi” avrebbe sollevato il giusto polverone, vista la strana logica adottata per la condanna della testata.

Con piacere, qualche ora fa, ho potuto riscontrare che Mauro Paissan, già garante per la privacy, ha letteralmente smontato le motivazioni addotte dal giudice, con un ragionamento che in parte ricalca quello che ieri sera proponevo su questo mio blog.

Ecco, riportato letteralmente, il lancio dell’Agi da poco uscito:

 

CONDANNA PRIMADANOI.IT: PAISSAN, PRIVACY NON C’ENTRA NULLA
(AGI) – L’Aquila, 17 gen. – “O e’ uno scherzo o e’ un attacco al diritto-dovere
di informare”. Non ha dubbi Mauro Paissan, docente di Deontologia del
giornalismo alla Sapienza di Roma e per undici anni componente del
Garante privacy, nel giudicare la sentenza con cui il Tribunale di Ortona ha
condannato la testata on line primadanoi.it per non aver cancellato dal
proprio archivio elettronico una notizia sgradita ai protagonisti della
vicenda raccontata. Secondo Paissan “la normativa sulla privacy viene
tirata in ballo a sproposito per imporre una data di scadenza a un servizio
giornalistico. Neanche fosse un medicinale. Chi stabilisce, e con quale
criterio, che dopo un certo periodo di tempo (dieci anni, due mesi, due
giorni?) una certa informazione non puo’ piu’ essere mantenuta
nell’archivio di un giornale?
Una cosa e’ sottrarre la reperibilita’ di un articolo ai motori di ricerca per
tutelare i diritti di una persona, tutt’altra cosa e’ intaccare l’intangibilita’
degli archivi storici, siano essi cartacei o on line. Nessuna decisione del
Garante privacy e nessuna sentenza emessa al di fuori della provincia di
Chieti e’ mai arrivata a tanto. Secondo la logica adottata dal magistrato di
Ortona – osserva Paissan – dovrebbero essere chiusi tutti gli archivi
elettronici dei maggiori quotidiani italiani (e delle maggiori testate
internazionali), che rendono accessibili le pagine di svariati decenni, pagine
che inevitabilmente contengono notizie sgradite a questo o a quello”. “Mi
auguro che la sentenza contro primadanoi.it possa essere rapidamente
riformata”, conclude Mauro Paissan.

 

E allora, che si fa? Si distruggono tutti gli archivi?

Per carità, lo accennavo anche ieri: noi giornalisti non brilliamo per l’applicazione di un dovere deontologico e normativo ben preciso, ossia la rettifica delle notizie errate o comunque evolute in maniera diversa da quanto ci si attendeva (come nel caso di proscioglimenti dopo arresti o indagini clamorosi), quindi spesso il cittadino può ritenere lesi i propri diritti all’onorabilità e all’oblio (di un articolo sbagliato, però, o non preciso o non rettificato, non dell’oblio tout court); ma da qui ad affermare la necessità della distruzione degli archivi, ce ne passa.

Conto che i colleghi di Prima da Noi, visto anche il sostegno che hanno unanimemente avuto, possano sperare in un ravvedimento in sede di appello e sospendano lo sciopero che hanno iniziato ieri mattina, privando l’intero Abruzzo di una voce libera e senza peli sulla lingua, che è un monito continuo ed uno sprone grandissimo per tutti i colleghi ad interpretare al meglio il ruolo del giornalista.

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