Ora che neppure i “contrattualizzati” sono sicuri del “posto”, si troverà unità nella categoria?

Non solo freelance e collaboratori: ormai anche i “contrattualizzati” vivono giorni duri. Lo rivela Giovanni Negri, presidente dell’Associazione Lombarda Giornalisti (Alg), l’associazione regionale della stampa, che ha fatto il punto della situazione sulle vertenze e gli stati di crisi nel mondo dell’editoria. La portata del fenomeno è davvero ampia: sono ben 1139 i “contrattualizzati” alle prese con stati di crisi, contratti di solidarietà e prepensionamenti forzati, che ovviamente non vengono rimpiazzati né da praticanti né da altri colleghi con contatto Fnsi.

I numeri sono “da paura” per tutti ormai. Il giornalismo è una professione in declino? Eppure sono molti, troppi che ancora guardano al nostro mestiere come ad un’attività attraente e magari pure redditizia. Eppure sono moltissimi, e questi davvero troppi, che continuano ad accettare di scrivere gratis “per visibilità” o in attesa di una seppur minima retribuzione. E non parlo di blogger o di commentatori, ma di veri e propri cronisti che riempiono pagine di siti e pubblicazioni di articoli senza percepire un solo euro. Di fronte a questo fenomeno, mi sento di sottoscrivere parola per parola quello che ha argomentato il collega Stefano Tesi in un suo pungente e condivisibilissimo post nel suo blog.

Insomma, si è ormai capito che siamo tutti nella stessa barca, malandata tra l’altro. Questo convincerà tutta la categoria a schierarsi convintamente sulle battaglie portate avanti da un anno (in questi giorni, tra l’altro è caduto l’anniversario dell’approvazione al Teatro Odeon della “Carta di Firenze”) a questa parte, equo compenso in primis?

Pia speranza, che spero non si trasformi in una pia illusione.

Intanto, si è chiuso l’appello per l’approvazione dell’equo compenso con oltre 2700 firme in calce e questo è il comunicato finale della Commissione Lavoro Autonomo della Fnsi:

 

APPELLO PER EQUO COMPENSO DEI FREELANCE: 2700 VOLTE GRAZIE !

 

MA ORA LA BATTAGLIA CONTINUA…

 

 

2700 volte grazie! Tante quanti sono stati i firmatari, sia a titolo individuale che collettivo, della petizione per l’approvazione della legge sull’equo compenso dei giornalisti freelance.

 

Le firme sull’appello, ideato e promosso dalla Commissione nazionale lavoro autonomo della Federazione Nazionale della Stampa Italiana e poi fatto proprio e rilanciato come petizione su web dall’associazione Articolo 21, ha dato vita a una rapida e straordinaria mobilitazioneche ha visto unite le più diverse anime del giornalismo(freelance e contrattualizzati, coordinamenti di base di precari e rappresentanze a tutti i livelli delsindacato e dell’Ordine), ma anche la solidarietà ed appoggio di realtà associative, sindacali e politiche esterne alla categoria e di personalità della cultura e dello spettacolo.

 

Le adesioni sono così fioccate in pochi giorni, e sono state consegnate martedì 9 ottobre alla segretaria della Commissione Lavoro del Senato, che ha da aprile all’esame il disegno di legge già approvato all’unanimità alla Camera.

 

Ma ora scorre rapidamente il tempo, entro il quale il disegno di legge dev’essere approvato e poi ripassare alla Camera, per ratificare gli emendamenti già preannunciati in Senato. Forte è quindi il timore che la legge, per ogni possibile dubbio o ritardo, si areni a un passo dal traguardo per la fine della legislatura (ci sono infatti ancora circa 10 settimane di tempo utile, per i calendari parlamentari, per poter concludere positivamente l’iter legislativo).

 

L’appello richiede quindi l’urgente approvazione definitiva della legge sull’equo compenso, per far cessare l’incontrastato sfruttamento di migliaia di giornalisti lavoratori autonomi, che con il loro lavoro, quasi sempre pesantemente sottopagato, contribuiscono quotidianamente a garantire il diritto, costituzionalmente sancito, all’informazione. 2-5-10-15 lordi euro ad articolo -tali sono oggi le retribuzioni medie di un freelance- non sono certo l’equo compenso, principio ispiratore dell’art. 36 della Costituzione, che deve poter valere anche per i freelance.

 

La petizione chiede inoltre che vengano introdotti welfare ed ammortizzatori sociali per i giornalisti lavoratori autonomi, oggi di fatto senza significative tutele.

 

La straordinaria mobilitazione di questi giorni è un grande successo, che appartiene a tutti quanti hanno in vario modo sostenuto l’appello per l’equo compenso. Che è una battaglia per la tutela della dignità del lavoro; di ogni lavoro e lavoratore. E intanto sul sito web dell’associazione Articolo 21 continuano a giungere nuove adesioni alla petizione, a riprova di quanto la legge per l’equo compenso sia largamente sentita come un’assoluta urgenza e necessità.

 

Ma la battaglia non è finita con la consegna delle firme: bisogna ora tenere alta l’attenzione e continuare le forme di mobilitazione affinché gli emendamenti annunciati non sminuiscano la portata ed efficacia del provvedimento, che il testo sia presto approvato e ratificato alla Camera, e che nella Commissione plurilaterale che dovrà stabilire i parametri dell’equo compenso non si inneschino giochi interpretativi al ribasso. E, infine, che l’auspicata legge sull’equo compenso sia poi correttamente applicata ed effettivamente fatta rispettare. Perché, ricordiamoci, che purtroppo siamo nel Paese del “fatta la legge , trovato l’inganno”.

 

 

La battaglia quindi continua.

 

 

Maurizio Bekar

 

La battaglia continua. Qui i “bollettini di guerra” continueranno!

2 commenti

  • Un’unica osservazione: siamo tutti sulla stessa barca o ormai solo sullo stesso relitto?

  • Francesco Blasi

    L'”equo compenso” sarà pure cosa buona e giusta, ma è tutto sbagliato fin dall’inizio: i “collaboratori domestici” sono dipendenti di fatto, mai assunti in virtù di un atto arbitrario e criminale – e la stragrande maggioranza presta servizio anche su contratti al di fuori del CCNLG. Per cui non ricadono nelle competenze della Commissione lavoro autonomo, ma della Federazione tout-court.
    Se arriverà in porto, l’equo compenso creerà dal nulla un esercito di giornalisti infinitamente grati per la grazia ricevuta, inconsapevoli più che mai dei reali diritti di cui sono titolari.

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