Il decreto sui finanziamenti all’editoria è legge, sull’equo compenso tante belle parole… e ora aspettiamo i fatti!

Insomma, alla fine tutti d’accordo: con 454 voti a favore e solo 22 contrari è stato approvata in via definitiva la legge di conversione del decreto legge sull’editoria, che nelle intenzioni del Governo, così come enunciate in Commissione Lavoro al Senator, era una delle condizioni necessarie per far riprendere la discussione sull’equo compenso giornalistico.

Anche in sede di dichiarazioni di voto, come si evince dal resoconto stenografico già pubblicato sul sito della Camera dei Deputati, si è parlato di equo compenso, in maniera incidentale però.

Ancora una volta sono stati gli onorevoli Giulietti e Carra a far riferimento a questo tanto atteso provvedimento:

 

GIULIETTI (…) Noi votiamo un provvedimento che ha bisogno di continuità (…). La risposta data su questo, come sull’equo compenso, sono risposte che danno una credibilità alle parti. Voglio solo segnalare all’Aula che da questo pomeriggio – il relatore sarà l’onorevole Levi – si apre la discussione sulla riforma dell’editoria e sulla delega al Governo. Questo è il vero passaggio per uscire dalle consuetudini, per aprirsi ai nuovi mondi dell’editoria, per incentivare nuove forme di impresa e per creare nuove occasioni di libertà.
Ho una richiesta però: proprio perché c’è una delega, tutto deve essere condotto in un rapporto permanente e trasparente con le Camere. Non ci può essere un momento in cui scompare o si chiude la discussione. Sarebbe in contrasto con l’articolo 21 e con la materia.
Quindi annuncio un voto favorevole ma con la richiesta che il confronto su questi temi delicati, di bonifica e ristrutturazione del settore, sia condotto in un rapporto continuo e permanente con il Parlamento.
Si è impegnato su questo il sottosegretario Peluffo. Mi sembra giusto dargliene atto e chiedere di proseguire in questi termini il rapporto nelle prossime settimane.

 

CARRA (…) Tra l’altro, anche sulle cooperative, sarebbe utile che il Ministero del lavoro e delle politiche sociali controllasse e vigilasse meglio, insieme a voi. Forse non è competenza vostra, ma del Ministero del lavoro e delle politiche sociali. Vi sono finte cooperative di giornalisti e, dunque, l’equo compenso sarebbe stato bene che fosse in questo provvedimento, ma non vi è.
Lei ci ha assicurato che farà quanto possibile perché sia sbloccata al Senato l’apertura del famoso tavolo. È una figura talmente bella e talmente retorica che non voglio usarla: non usi il tavolo, usi il telefono, faccia quello che vuole, ma ci porti l’equo compenso. Su questo noi voteremo convintamente questo decreto-legge.

 

Nel frattempo, è stato approvato un ordine del giorno, primo firmatario Silvano Moffa, che impegna il Governo per la prosecuzione rapida dell’iter della legge sull’equo compenso:

 

La Camera,
premesso che:
il provvedimento detta disposizioni urgenti in materia di riordino dei contributi alle imprese editrici, nonché di vendita della stampa quotidiana e periodica e di pubblicità istituzionale;
la Camera ha approvato, lo scorso 28 marzo, in sede legislativa, un progetto di legge (C. 3555), che si pone l’obiettivo di promuovere l’equità retributiva nel lavoro giornalistico;
il provvedimento ha visto un consenso sostanzialmente unanime dei gruppi parlamentari, che intendono in questo modo tutelare il rilevante numero di giornalisti che ad oggi vivono una sorta di «precariato» permanente, legato all’utilizzo di tipologie contrattuali flessibili e temporanee, sostenute da una base di natura economica che non si riesce a fissare neanche in una entità minima accettabile;
purtroppo presso l’altro ramo del Parlamento, dove il progetto di legge (S. 3233) è assegnato anch’esso in sede deliberante, si registrano incomprensibili ritardi;
vi è, poi, un increscioso episodio che riguarda il profilo della previdenza complementare, che deriva dal fatto che la FIEG non intende firmare l’accordo bilaterale per l’avvio della previdenza complementare per quei giornalisti privi di un contratto di lavoro subordinato, con ciò determinando una ulteriore penalizzazione di questa già svantaggiata categoria di lavoratori;
la previdenza complementare, infatti, costituisce un importante pilastro di tutela pensionistica dei lavoratori e andrebbe fortemente incoraggiata, soprattutto per quei professionisti che non possono ad oggi contare su un sostegno previdenziale stabile;
avendo appena approvato una riforma del mercato del lavoro che dovrebbe tendere in direzione diametralmente opposta a quanto appena enunciato, appare evidente l’esigenza che il Governo si adoperi per una effettiva tutela delle posizioni di quei lavoratori fortemente penalizzati, secondo quanto – a più riprese – affermato in diverse sedi alla Camera dei deputati, tra le quali l’esame del citato progetto di legge C. 3555,

impegna il Governo:

ad adottare ogni possibile iniziativa finalizzata alla salvaguardia delle posizioni dei lavoratori titolari di un rapporto di lavoro non subordinato in quotidiani e periodici, anche telematici, nelle agenzie di stampa e nelle emittenti radiotelevisive, mediante la fissazione di un trattamento economico proporzionato alla quantità e alla qualità del lavoro svolto (in coerenza con i corrispondenti trattamenti previsti dalla contrattazione collettiva nazionale di categoria in favore dei giornalisti titolari di un rapporto di lavoro subordinato);
a svolgere ogni possibile atto di mediazione, anche nei confronti dei soggetti presenti negli enti bilaterali, diretto a consentire il ricorso alla previdenza complementare anche per i lavoratori di cui all’impegno precedente.
9/5322/2MoffaEnzo CarraGiuliettiLainatiSarubbi.

 

Infine, Enzo Carra ha dettato alle agenzie un appello molto stringente:

 

(AGENPARL) – Roma, 12 lug – E’ un appello accorato quello che Enzo Carra dell’Udc rivolge al sottosegretario Paolo Peluffo, poco prima di approvare la legge sui contributi all’editoria. La richiesta è di sbloccare la legge sull’equo compenso dei giornalisti freelance, ferma al Senato dopo l’approvazione a Montecitorio.

“Non si possono schiavizzare con 3 euro le persone che fanno il giornale – dice Carra -. Sarebbe stato bene che l’equo compenso fosse in questa legge, lei ci ha assicurato che farà il possibile perchè sia sbloccata al Senato, faccia quello che vuole ma ci porti l’equo compenso”.

 

Parole… che attendiamo si trasformino in fatti…

 

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