Il test precario: risate a denti stretti ma riflessione assicurata!

Dopo giorni di polemiche ed incertezze, un sorriso non fa mai male, ma è un sorriso a denti stretti, perché fotografa intelligentemente una realtà che lentamente a livello nazionale si sta cercando di “cementare”, grazie alla mobilitazione su equo compenso e Carta di Firenze.

Vi propongo il “test precario” del collega di Cinqueuronetti, Paolo Di Sabatino, con il quale ognuno può riflettere con una risata sulla sua condizione di precariato e soprattutto sul proprio contributo al mantenimento di una situazione ormai insostenibile.

Completare il test sarà facile e, vi assicuro, divertente, amaramente divertente. Provateci… e magari inserite nei commenti sotto il post il vostro risultato e le vostre osservazioni!

Buon test!

Soffermati a contemplare il soffitto, tra i 15 ed i trenta minuti, dovrebbe apparirti una chimerica busta paga, puoi iniziare a fare il test.

 

1) Bisogna partire da un livello molto basso, al di là di tutti gli aspetti di etica e professione, devono pagarti per un lavoro svolto. Si tratta della tua dignità di persona (D’Accordo) (Non d’Accordo)

 

2) Se non ti metti nel piccolo in prima persona a lottare per i tuoi diritti non ci sarà l’uomo Tigre che lo farà per te. (D’Accordo) (Non d’Accordo)

 

3) Non sentirti Indro Montanelli. Il lavoro intellettuale è un lavoro dove conta la qualità, nel segreto della tua stanza, comprendi qual è il tuo valore, non è necessario nemmeno che lo riveli ad altri ma navigherai molto più tranquillo in questo tempestoso mare. (D’Accordo) (Non d’Accordo)

 

4) Se pensi ma tanto che possiamo fare, ti sei già risposto da solo, continua così finche’ le finanze ti sostengono, perchè stai certo che con questo andazzo il sacro fuoco della scrittura si spegnerà sommerso dalle bollette di fine mese (D’Accordo) (Non D’Accordo)

 

5) Svendere la propria professionalità a cifre irrisorie significa danneggiare un’intera categoria. (D’Accordo) (Non D’Accordo)

 

6) Se la tua fonte di reddito è data da attività non giornalisica telefona a uno che ci vive e chiedigli consigli (D’Accordo) (Non d’accordo)

 

7) Hai intervistato fior di allenatori, presidenti, assessori, sindaci, cuochi e sottocuochi, se questo ti gasa devo comunicarti con immenso dolore che non vincerai il Pulitzer. Se questa prima parte non ti interessa sappi però che sei un professionista serio, onesto, scrupoloso, il quadro si completa alla grande se mostri solidarietà verso i colleghi e ti rendi conto che i problemi degli altri giornalisti sono ache i tuoi; meglio far fronte comune. (D’Accordo) (Non d’Accordo)

 

Se senti le voci dopo il test rivolgiti al primo Centro di Igiene Mentale attivo nella tua città

 

RISULTATI:

Hai risposto una volta D’Accordo– PRECARIO IPOCRITA – sì sì certo come no, d’accordo su tutto, poi però prendi il posto di un sottopagato che è andato via

 

Hai risposto due volte d’Accordo – PRECARIO SCETTICO – potenzialmente d’accordo su tutto, ma non credi che vi siano strumenti reali per cambiare le cose

 

Hai risposto tre volte d’Accordo –PRECARIO COERENTE– scrupoloso, attento a tutte le problematiche, cerchi di fare qualcosa di concreto

 

Hai risposto quattro volte d’accordo – Precario AGGREGATORE – sei il Filini della situazione, coinvolgi, sensibilizzi passi all’azione ogni qualvolta ne hai la possibilità

 

Hai risposto 5 volte d’Accordo – Precario Kamikaze –  ti muovi impavido e lotti senza macchia e senza paura, occho però a non danneggiare te stesso pur di mostrare la tua capacità di lotta

 

Hai risposto sei volte d’Accordo – PRECARIO MESSIA – pensi che la fine del mondo giornalistico sia vicina ma tu sarai il Salvatore

 

Hai risposte sette volte d’accordo – PRECARIO DEI SOGNI – Ma davvero esistono precari così?

 

Un commento

  • Divertente…drammaticamente divertente! Poveri giornalisti dove si sono ridotti. Posso togliermi un sassolino dalla scarpa? La colpa è anche dei giornalisti, fortunatamente pochissimi, con la poltrona in redazione e la busta paga pasciuta a fine mese. Nella mia vita in redazione (40 anni, anche io sono stato precario, ma a quei tempi il merito e l’impegno aveva sempre un riconoscimento), mi è capitato qualche sindacalista che ammiccava un po’ troppo allo staff dirigenziale amministrativo. Capitava spesso, che a fine anno, gli conferissero qualche “gallone”. Mi sono capitati “capi”, anche in questo caso pochissimi, più vicini all’amministrazione che alla redazione. E poi non voglio parlare dei “pubblicisti”. Ci sono quelli, tanti, che sbarcano il lavoro e guadagnano quattro soldi e altri che, con la scusa che non hanno esclusiva nel lavoro, essendo pubblicisti, sguazzano tra le “marchette”. Conclusione: ho incontrato qualche mela marcia, ma tanto è bastato per danneggiare le altre. Che dolore!

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