La Fieg annuncia le perdite e spuntano gli emendamenti all’equo compenso: il sospetto pare lecito. Ma c’è già un’azione di contrasto

Proprio ieri nel mio post dedicato agli emendamenti che sarebbero in arrivo in Commissione al Senato sull’equo compenso giornalistico avevo riaffermato la validità della storica frase di Giulio Andreotti “A pensar male si fa peccato, ma la maggior parte delle volte ci s’azzecca”: al termine di una giornata contrassegnata dalla “doccia gelata” di un cambio di orientamento delle forze politiche, l’occhio mi è caduto sul mio aggregatore di feed Rss che mi segnalava, grazie all’ottimo collega Vittorio Pasteris, la pubblicazione e la presentazione del rapporto della Fieg “La stampa in Italia 2009-2011”.

Il collegamento è stato quasi automatico. 

Cosa dice, in sostanza il rapporto? Innanzitutto che nel 2011 nel settore dell’editoria, nonostante l’azione di contenimento dei costi, «gli elementi di criticità si sono riaffacciati con intensità»: per i quotidiani, in particolare, il declino dei ricavi si è accentuato (arrivando a -2,2%), con un calo della pubblicità del 5,7%. Insomma, dopo il crollo del 2009 e l’andamento non particolarmente negativo del 2010, il 2011 ha visto tornare pesantemente il segno meno.

Non solo: il rapporto spiega che l’anno scorso i giornalisti sono diminuiti del 6,1% e i poligrafici del 3,7%. Così, il presidente della Fieg, Giulio Anselmi (successore dell’ex sottosegretario Carlo Malinconico), è subito tornato alla carica sul tema dei contributi pubblici all’editoria,  che dovrebbero essere indirizzati «verso i giornali veri: per copie vendute e numero di dipendenti con regolari contratti».

Cosa prevede il testo del ddl sull’equo compenso uscito dalla Camera dei Deputati? Semplice: che non avranno accesso ai finanziamenti pubblici gli editori che non garantiscono un equo compenso ai freelance, agli autonomi, ai collaboratori.

Che succede in Senato durante l’esposizione di questi dati? Succede che un viceministro, Michael Martone, il presidente della Commissione Lavoro del Senato, Pasquale Giuliano, e un deputato terzopolista iniziano a parlare di approfondimenti, modifiche, emendamenti… Un caso?

Difficile pensarlo, visto che una delle modifiche proposte al testo sull’equo compenso prevede (guarda caso!) l’inserimento di un rappresentante della Fieg nella commissione che dovrà stilare annualmente la tabella di congruità dei compensi agli autonomi: un inserimento che lo stesso Carlo Malinconico, quando era presidente della Fieg, volle evitare.

Tuttavia, la contromossa è stata immediata. Al di là degli attestati e dei comunicati, molti per fortuna, contro queste modifiche, la categoria si è saputa muovere e oggi pomeriggio sul sito internet dell’Ordine dei Giornalisti è apparsa questa nota che restituisce un po’ di speranza:

 

È bastato lavorare, spiegare, dare le risposte necessarie, far capire quali e quante vergogne si consumano nel mondo dell’editoria. Lo sconcerto in chi ascoltava l’oltraggio di quelle cifre (pochi centesimi, due o tre o cinque euro ad articolo) era pari solo alla sorpresa e al disgusto che veniva manifestato. Ora, dopo la doccia gelida di martedì 17, si apre una nuova speranza. Grazie all’intervento del presidente del Senato, Renato Schifani, il quale ha ribadito il suo impegno all’esame rapido della proposta; alla moral suasion del presidente della commissione Lavoro, Pasquale Giuliano, e di altri che hanno contribuito al chiarimento, primi tra tanti il sen. Luigi Zanda e, continuando nel suo prezioso lavoro, l’on. Enzo Carra.

 

Tuttavia, ancor di più oggi, dopo questo stop and go, dico: stapperemo lo spumante solo a cose fatte!

Un commento

  • Qualcosa mi dice che brinderemo con l’acqua minerale o addirittura con quella del rubinetto (se nel fraattempo non ci hanno tagliato l’utenza). Naturalmente spero di sbagliarmi…Ciao, S.

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