Collaboratori uniti e sindacato battagliero: unico mix vincente che non è una chimera!

Nei miei tre anni di partecipazione – di diritto, in quanto presidente del Collegio dei Revisori dei Conti – ai direttivi dell’Associazione Stampa Abruzzese (ora Sindacato Giornalisti Abruzzesi), una cosa avevo imparato bene perché mi veniva ripetuta come un mantra: “Sui collaboratori abbiamo armi spuntate, non ci possiamo fare nulla, possiamo solo protestare, ma neppure tanto, perché non serve a niente”. Tanto me l’avevano ripetuta questa cosa che ho finito pure per crederci convintamente. 

Poi, l’uscita dal “guscio abruzzese” e la conoscenza di altre realtà mi avevano iniziato a sgretolare questa certezza, mantenendo però salda la convinzione che, in effetti, nessuna possibilità c’era di migliorare le condizioni dei collaboratori dei giornali finquando gli stessi non avessero avuto una coscienza unitaria e facessero una lotta all’unisono, anche senza bisogno del sindacato.

Ora, nel breve volgere di quattro giorni, arrivano due notizie interessanti dal profondo Nord che hanno dissolto le mie certezze.

La prima è del Corriere Veneto (cito dal sito del Sindacato del Veneto):

 

Dopo una trattativa di alcuni mesi, il Coordinamento dei collaboratori del Corriere del Veneto (rappresentato da Nicola Chiarini, Alberto Zorzi e Martina Zambon, rispettivamente presidente e soci fondatori di Re:Fusi) ha ottenuto dall’editore una sostanziale modifica delle proprie condizioni lavorative. Un risultato dovuto, visto che il tariffario era fermo dal 2002, anno di nascita del giornale, ma molto positivo se si pensa all’aria pesante di crisi e tagli che vivono tutte le testate locali (basti ricordare il secco -40% dello scorso anno al Gazzettino, per dirne una).
Con il nuovo contratto proposto dall’azienda a febbraio, i compensi scendevano rispetto a quelli precedenti, visto che le «brevi» salivano fino a 15 righe e venivano pagate 3 euro lordi. Grazie anche al confronto e all’appoggio dell’ex direttore del giornale Ugo Savoia, che aveva convenuto sull’ingiustizia di tale trattamento economico, ora quei pezzi saranno pagati 10 euro, riconquistando così la dignità di «notizia».
Al Corriere del Veneto non ci saranno più dunque i pezzi «pagati 3 euro», quelli per cui bastava una sola telefonata per lavorare in perdita. Inoltre anche gli articoli della fascia intermedia, tra le 15 e le 35 righe, verranno pagati di più: da 15 a 18 euro.
Infine, sono stati pattuiti rimborsi chilometrici per le «trasferte» e rimborsi telefonici per tutti i co.co.co.
Il nuovo accordo contribuisce dunque a dare un po’ di respiro al portafogli di tutti i colleghi con un aumento medio mensile di 150 euro in busta paga, 1800 l’anno.
In questi giorni tutti i collaboratori del Corriere del Veneto stanno ricevendo da parte dell’azienda la conferma scritta delle modifiche, che saranno applicate retroattivamente dal 1 giugno scorso.
Re:Fusi si rallegra di questa piccola-grande vittoria in netta controtendenza con l’attuale aria di crisi che si abbatte, in particolar modo, proprio sui collaboratori.
Una vittoria che dimostra, una volta di più, come l’unica strada per ottenere un trattamento equo e la riconquista della propria dignità di giornalisti passi solo attraverso l’unione delle forze, con spirito di solidarietà e coscienza di categoria.
Individualisti per natura, i giornalisti precari hanno capito che solo insieme ci si riprende la dignità. Concretamente

 

La seconda è del più blasonato Corriere della Sera (da un post su Facebook di Massimo Alberizzi, membro del Comitato di Redazione):

 

Vittoria storica sulla questione collaboratori al Corriere della Sera: bloccate le riduzioni dei compensi e ripristinati i vecchi emolumenti a chi li ha avuti ridotti.
E’ fatta: al Corriere della Sera è stato raggiunto un accordo sui collaboratori. E’ la prima vittoria di questo genere in un quotidiano.
Il Comitato di Redazione aveva chiesto che fosse ridimensionata la spesa per i collaboratori “più cari” (talvolta con con compensi iperbolici) e quindi che si trovasse un meccanismo per la protezione della parte più debole di quei colleghi che, pagati pochissimo, contribuiscono con i loro articoli a riempire di notizie il giornale.
Negli ultimi anni e negli ultimi mesi sono stati ridotti i compensi a tutti i collaboratori. Decurtare il 10, il 20 o il 25 per cento dei compensi a chi guadagna cifre irrisorie, sembrava, oltre che immorale, francamente sbagliato anche al fine di difendere il prestigio, l’autorevolezza e la completezza dell’informazione che il Corriere fornisce quotidianamente ai suoi lettori.
Il CdR ha così ottenuto:
– il blocco immediato delle riduzioni dei compensi
– il ripristino dei vecchi compensi a quei colleghi il cui corrispettivo é stato decurtato.
Non solo. Il Comitato di Redazione ha chiesto alla direzione (che si è mostrata disponibile) di regolarizzare la posizione di quei colleghi che sono collaboratori o contratti a termine “storici”.Su quest’ultimo punto, ovviamente, occorre controllare e pungolare in continuazione la direzione e l’azienda, ma il Comitato di Redazione garantisce che farà il cane da guardia.

 

 

Allora il sindacato qualcosa la può fare! Allora la lotta serve! Allora unione di collaboratori e sostegno forte dell’associazione di stampa territoriale funziona! Possibile però che i metodi di Veneto e Lombardia non vengano utilizzati in Abruzzo? La Fnsi è sindacato unico ed unitario… vuole garantire che in tutto il territorio nazionale i suoi rappresentanti siano all’altezza? Li vuole scuotere dal torpore se li trova addormentati e sordi alle recriminazioni dei collaboratori? Ma è così difficile battersi per una causa giusta?

Ma soprattutto: in Abruzzo troverò risposta a queste domande?

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *