Ora che pure le Nazioni Unite hanno richiamato il Governo sull’equo compenso, la commissione si sbrigherà?

Ho appreso inoltre con sconcerto quanto sia estremamente basso il compenso che i giornalisti ricevono per il loro lavoro; raccomanderei pertanto l’introduzione e l’applicazione di disposizioni urgenti in tal senso, incluse le tariffe per un compenso equo. Occorrerebbe istituire un sistema da rivedere e aggiornare regolarmente in linea con gli indicatori relativi al costo della vita. Conclusioni: Infine, riconosco che questo è per l’Italia un periodo di transizione. Vorrei, quindi, incoraggiare tutte le autorità statali a cogliere questa opportunità per rafforzare i diritti umani e le libertà fondamentali, segnatamente per quanto attiene al loro impegno a proteggere il diritto alla libertà di espressione.

 

Parola di Frank La Rue, relatore speciale delle Nazioni Unite sulla libertà di espressione, nella sua relazione conclusiva,  presentata al Governo italiano.

È stato il presidente del Consiglio nazionale dell’Ordine dei Giornalisti, Enzo Iacopino, a dare notizia di questo importante capoverso, che dovrebbe suonare come una sferzata sull’Esecutivo ed in particolare sul sottosegretario all’Editoria, Giovanni Legnini, che è ancora alle prese con i lavori della commissione governativa sull’equo compenso (che a rigor di legge avrebbe dovuto concludere da tempo i suoi lavori, quantificando finalmente una nozione che è ancora aleatoria).

Servirà questo ennesimo richiamo per smuovere le acque ferme in cui si è impantanato l’equo compenso? Ne dubito, ma almeno la relazione di La Rue segnala come il disagio della stragrande maggioranza dei giornalisti italiani sia ben motivato. Ormai credo di essere rassegnato a vedere solo affermato il principio in sé dell’equo compenso, che come già spiegato bene da Giulio Volontè nel suo blog, richiamato da me nel post del 2 novembre scorso.

L’equo compenso è ormai “depotenziato”, ma credo che presto questa presunta “vittoria” di chi lo osteggia si trasformi in una classica “vittoria di Pirro”, proprio per le motivazioni segnalate da Frank La Rue come indispensabili per l’approvazione di norme che salvaguardino il reddito giornalistico: ne va della libertà di tutti i cittadini, prima ancora del sacrosanto diritto, sancito dalla Costituzione, ad una retribuzione dignitosa.

Un commento

  • Ciao Antonello,
    sull’equo compenso, che deve essere sacrosanto non solo per i giornalisti, purtroppo non ci ho mai creduto.
    Mi imbatto in proposte che vanno dai pochi euro per articolo a bonus per l’acquisto di merchandising, quando offrono qualcosa. Perché a volte si propone lo spazio per scrivere e basta mentre a loro vanno le entrate pubblicitarie.

    Trovo degradante che l’equo compenso debba essere stabilito per leggo.

    Trovo imbarazzante che il compenso dei nostri parlamentari e dipendenti dei palazzi pubblici romani non sia affatto equo.

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