La “Transiberiana d’Italia”: quando il treno fa riscoprire borghi antichi e tradizioni da preservare

Dopo un paio di appuntamenti saltati per i vari impegni lavorativi e non, finalmente sono riuscito a prendere al volo l’occasione di salire su uno dei treni che la Transita Onlus organizza da qualche anno per scoprire, attraverso viaggi “slow” lungo tratti ferroviari poco frequentati (e alcuni a rischio dismissione): nello specifico, si trattava del treno “Dalla costa al Parco” che da Pescara si è fermato a Sulmona per poi trasbordarci tutti a Pacentro, splendido borgo d’Abruzzo dove domenica scorsa si è tenuta la rievocazione storica “I Caldoreschi”.

L’idea, già di per sé, è attrattiva: un viaggio comodamente seduti in treno, una giornata alla scoperta di un pezzo di regione, tante location per le foto (ed io sono un appassionato). Se si aggiunge che sia all’andata, sia al ritorno i vagoni sono allietati da musica popolare abruzzese e da una degustazione di prodotti tipici locali, si completa il quadro di una proposta davvero gustosa (in ogni senso).

I pregi di questa formula sono davvero tanti.

In primo luogo, la comodità e il relax che in questi tempi convulsi già è tanto: si lascia l’automobile in stazione, si sale sul treno e non si hanno problemi di mobilità.

In secondo luogo, la socialità: il treno di per sé, sia se si viaggi con amici o con la persona del cuore o soli, è generatore di conoscenze, di scambi di vedute, di discussioni, di sorrisi, anche di semplici assensi.

In terzo luogo, la scoperta di un territorio che si presuppone già noto: le sorprese sono tante quando si cammina con occhio diverso (e soprattutto con la prospettiva di avere almeno 6 ore di tranquillità senza pensieri).

Tutto viene condito dalla disponibilità, dalla preparazione e dal sorriso degli addetti della Transita, che rendono l’esperienza piacevole.

Il “tutto esaurito” che si è registrato domenica scorsa (e la “corsa” ai posti per le prossime partenze) dimostra anche come linee ferroviarie considerate “rami secchi” ed improduttivi, da tagliare senza pietà, in realtà si rivelano redditizi mezzi di promozione e di conoscenza, che generano valore aggiunto per la regione e per le comunità locali. In particolare, la linea Sulmona-Carpinone (che sarà la protagonista del prossimo viaggio della Transita, l’8 settembre), chiamata significativamente la “Transiberiana d’Italia” (definizione che da sola potrebbe costituire la base per una promozione turistica integrata del territorio abruzzese e molisano), è quella da tempo indiziata di chiusura nei piani di Trenitalia. Con quali conseguenze per le popolazioni dei piccoli borghi che vivono anche della mobilità possibile grazie al treno, è facile intuire.

Ben vengano quindi queste iniziative, che ristorano corpo ed animo e mettono al centro dell’attenzione luoghi ingiustamente dimenticati, per la loro posizione “decentrata” rispetto alla frenetica vita quotidiana: spero vivamente che servano soprattutto per non far “morire” pezzi meravigliosi della mia terra.

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