Una commissione-ombra per monitorare i lavori della commissione sull’equo compenso e fare proposte “dal basso”? Perché no?

Tornata prepotentemente all’attenzione della categoria grazie alla notizia della sua convocazione (finalmente) per il 13 giugno, la commissione ministeriale per l’equo compenso dovrebbe mettere d’accordo rappresentanti della categoria (Ordine, Inpgi, Fnsi), degli editori e dei Ministeri interessati per fornire “entro 60 giorni” (secondo quanto scritto sulla legge, ma ampiamente trascorsi) i parametri di riferimento sui quali fissare la nozione di “equo compenso giornalistico”.

Così è tornata di attualità anche la proposta del collega Stefano Tesi (formulata prima ad inizio maggio) di formare una sorta di “commissione-ombra”, non certo per minimizzare i lavori di quella “ufficiale”.

Così la immagina Stefano:

estesa a tutte le voci in capitolo, e all’interno della quale lasciare che si sviluppi il dibattito sull’equo compenso finora affidato a tante campane, sorde e tutte scollegate tra loro: commissione lavoro autonomo,Ordine, coordinamenti vari, cani sciolti, gruppi e sottogruppi, assostampa regionali. Con un paio di colleghi incaricati di mettersi i panni della controparte e di provare a “pensare” come glieditori, prevenendone argomenti, perplessità, controproposte.

 

Una proposta precisata meglio nel post apparso ieri sul suo blog:

Da qui l’idea di una commissione-ombra composta da soli giornalisti, assolutamente svincolata da logiche di parrocchia e di poltrone, a cui affidare il monitoraggio dei lavori, un ruolo di stimolo e di critica, una funzione di “pensatoio” indipendente sull’argomento e il compito di fungere perfino da avvocato del diavolo, provando a prefigurarsi gli scenari di trattativa che potrebbero crearsi all’interno della commissione vera.

 

Credo che sia un’idea utile e fattibile, che potrebbe anche rilanciare “dal basso” proposte e soluzioni da mettere sul tappeto della commissione “ufficiale”, per il tramite dei nostri rappresentanti (penso in primis al presidente del Consiglio nazionale dell’Ordine, Enzo Iacopino). Personalmente, visto che seguo da oltre un anno e mezzo le vicende dell’equo compenso, tutto ciò che alimenta il dibattito e migliora la comprensibilità del problema, sia all’interno della categoria, sia all’esterno, è ben accetto e da piccolo “esperto” della materia, dopo essere stato il 31 luglio scorso all’incontro in Senato con i parlamentari dell’allora Commissione Cultura, sono pienamente disponibile a far parte della commissione-ombra o comunque a seguirne i lavori e i risultati. Anche perché ogni azione volta a far “dialogare” di più i giornalisti sulle tematiche della professione la vedo con favore: è il dialogo e il confronto che troppo spesso manca nella nostra categoria, a tutti i livelli.

Caro Stefano, io ci sto. Anche perché il nostro sarebbe anche un incontro gastronomico non indifferente tra la cucina toscana e quella abruzzese!

Un commento

  • Per risponderti con una battuta, ti dirò che, per quanto ottime forchette, non certamente mangeremo mai come certi ben noti “mangia a ufo” diffusi tra i colleghi, i burocrati e i politici. Detto questo, grazie dell’appoggio e diamoci sotto!

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